Lo stadio Comunale di Riccione compie 60 anni e per l’occasione riavvolgiamo il nastro dei ricordi arrivando all’inaugurazione: 26 Settembre 1962 l’Inter di Herrera inaugura lo stadio Comunale di Riccione. Per il Riccione segna il goal della bandiera Paolo Secchiaroli.
Va per gli ottanta Paolo Secchiaroli, riccionese purosangue ed ex attaccante sgusciante dell’Alba ma ogni volta che gli parli di calcio gli si illuminano gli occhi come un ragazzino. Se poi la conversazione cade sul suo goal all’Inter… “Ricordo un pomeriggio di festa sugli spalti, ci saranno state oltre 5 mila persone ma in campo l’Inter scherzava poco“ ci racconta impeccabile nella sua tuta senza una piega, con la polo di ordinanza e la felpa sulle spalle “Partirono ai mille, non si risparmiavano, il Mago Herrera gli aveva caricati a mille e azione dopo azione ci mettevano in difficoltà, Jair e Suarez ci facevano diventare matti e segnavano in continuazione. Il divario era tecnico e fisico, l’unico alla loro altezza era il mitico mediano Walter Patrignani. Che giocatore!” Chi faceva parte di quel Riccione? “Eravamo giovanissimi e molti di noi arrivavano dall’Alba Riccione del Dott. Faragona. Ricordo Selvagno, Ceci, Del Bianco, Ezio Villa il terzino e super tifoso dell’Inter, Brighi, Amati, il Mister era Matassoni”.
Fu dura, non solo per il risultato. “Questi correvano e picchiavano. Ricordo una marcatura asfissiante di Burgnich e la palla davanti era veramente dura da vedere o meglio si vedeva e basta. Allora decisi di rientrare a centrocampo e per riconquistare qualche pallone, feci un fallo a Suarez che poi mi fece un’entrata tremenda” Addirittura? “Sì ma ricordo anche che Facchetti e Picchi furono in campo dei signori”. A cinque dal termine stava 16-0, poi cosa successe? “Attaccavamo la porta lato statale e guadagnammo un corner. Amati mi disse di stare pronto e io mi appostai al limite dell’area, anche perché dentro l’area non era proprio il caso starci piccolo com’ero. Amati crossò e io ci provai al volo di destro ma il terzo portiere Ferretti fece un miracolo deviando in corner”. Ma il destino ti diede una seconda occasione. “Sul successivo angolo, questa volta sotto la tribuna, facemmo uguale: Amati scodellò direttamente sul mio sinistro e al volo la infilai nel sette. Fu una gioia pazzesca, il goal della bandiera”. Un goal all’Inter che dopo 60 anni siamo ancora qui a ricordare.
“In verità al bar dei Cigni oltre ai complimenti di due-tre amici non la presero molto bene perché erano tutti interisti mentre io sono da sempre di fede bianconera ma è un ricordo che porto con me da sempre e che mi fa sempre piacere fa riemergere, una bellissima soddisfazione”. L’inter poi tornò anche l’anno dopo. “Sì, allestimmo una selezione del circondario e perdemmo 6-0 con lo stadio sempre pieno di tifosi”. Si narra che gli accordi presi da Italo Nicoletti prevedevano la divisione dell’incasso a metà fra Inter e Riccione. Il Presidente Angelo Moratti, soddisfatto del gioco della sua squadra e dell’accoglienza del pubblico riccionese, lasciò tutta la somma incassata alla Riccione Calcio. Per questo Italo, di fede granata, divenne da quel giorno simpatizzante anche dell’Inter.
Francesco Cesarini