Marco e Yvette senza tentennare un istante, nel momento più tragico e angoscioso della pandemia, hanno risposto con un “sì” incondizionato all’appello lanciato dalla Regione Lombardia alla ricerca di personale di supporto al suo apparato sanitario. E sono partiti.
CAVALIERI AL MERITO DELLA REPUBBLICA
Protagonisti Marco Buono (35 anni), e Yvette Batantu Yanzege (45 anni, congolese trapiantata a Rimini, dove vive con il marito e due figli), entrambi volontari del comitato della Croce Rossa di Riccione. Il loro slancio, nobile e disinteressato, è stato premiato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che, assieme ad altri cinquantacinque cittadini, gli ha conferito l’onorificenza di Cavalieri al merito della Repubblica.
I GIORNI A BRESSO NEL BERGAMASCO
I due volontari hanno prestato servizio a Bergamo dal 24 marzo, per una decina di giorni, facendo base a Bresso. “Sono stati giorni convulsi, che ci hanno impegnato dalle 8 alle 22 in un turno senza tregua tra il continuo incalzare delle telefonate – raccontano – Nostro compito era quello di trasportare i pazienti, che avevano contratto il virus. Lo abbiamo fat- to spontaneamente con il cuore.
LO STUPORE DI MARCO ED IL RICORDO DI QUEI GIORNI DRAMMATICI
Il telegramma che ci ha inviato il Quirinale per l’onorificenza, ci ha spiazzato e lasciato increduli!”. “Ho ricevuto la comunicazione, mantre stavo studiando, perché da tre anni seguo il corso di laurea di Scienze motorie, faccio ancora fatica a credere che sia vero, sono senza parole – esordisce Marco, che a Scacciano gestisce il bar Scaccianoia-. Presto servizio alla Cri da tredici anni e mi sono sempre occupato un po’ di tutto, partecipando pure alle missioni organizzate in occasione di esondazioni, nevoni e forti terremoti, come quelli dell’Emilia, Marche e Abruzzo.
Questa volta il mio bar era chiuso per via del Decreto ministeriale, per cui ho dato subito la disponibilità per andare in Lombardia, anche se i miei genitori erano preoccupati”. Prosegue: “D’altra parte ero un po’ già preparato, perché oltre a essere volontario a Riccione, da inizio emergenza ero attivo nella Cri di Pesaro che ha la convenzione con il 118 e soccorreva persone con Covid. A Bergamo però è stata un’altra esperienza, la situazione era disumana”. Il momento più terribile? “È stato quello di do- ver comunicare ai familiari che la mamma o il papà non ce l’avevano fatta. Difficile trovare le parole.”
Tra i casi più drammatici quello di una giovane mamma di 35 anni che ha dovuto lasciare a casa i figli con lo zio. I bergamaschi, che in gran parte frequentano la nostra spiaggia, ci hanno accolto a braccia aperte, ci hanno fatto sentire a casa nostra!”
IL RACCONTO DI YVETTE ED IL SUO SEGRETO
“Avevo già prestato volontariato in Africa e per tre anni qui alla Cri di Riccione – racconta Yvette-. Questa volta sono partita senza dire niente in famiglia. A mio marito ho solo fatto sapere che sarei stata via per lavoro, lui ha saputo dov’ero giorni dopo da un amico, ma ha compreso.
Al ritorno ho fatto la quarantena, ma sono stata molto contenta di aver aiutato queste persone, lo rifarei, anche se vedere tanti genitori che si staccavano dai figli mi ha fatto davvero male. La tristezza è stata tanta. Io sono una mamma, capisco bene cosa si prova!”.
SONO ORA TREI CAVALIERI DELLA CROCE ROSSA DI RICCIONE
L’inaspettato riconoscimento come evidenzia il neo presidente Roberto Silvestri “rende merito anche alla Cri di Riccione che ora conta tre cavalieri. L’altro è Domenico Guerra, insignito anni fa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.
Nives Concolino