Erculèin servitore e soprattutto amico del Conte Martinelli, viveva a fianco della villa del signore.
Erculèin e pivirul era il custode, il giardiniere, il lacchè, l’uomo di fiducia, il tuttofare del Conte Martinelli. Si chiamava Ercolino. Ma i coetanei, nel dialetto riccionese lo chiamavano “Erculèin e pivirul”, traducibile in “Ercolino il pivieraio”.
PERCHE’ PIVIRUL
Quel soprannome gli era stato affibbiato perché, appassionato cacciatore, sapeva imitare alla perfezione il fischio di una gran varietà di uccelli, ma in modo particolare quello dei pivieri di cui faceva strage in quegli anni di grande abbondanza di selvaggina.
ERCOLINO E IL CONTE MARTINELLI
Ercolino esplicava molteplici funzioni al servizio del “Signor Conte”, lo si vedeva spesso nella sua veste di lacchè o di cocchiere, imperturbabile, un pò goffo ma compunto sulla carrozza del Martinelli il quale, non possedendo pariglie, la faceva attaccare ad un più economico e meno esigente somarello.
A dirla sinceramente, il Martinelli era uomo di grande nobiltà e povertà insieme. Nonostante ciò, fece costruire una invidiabile, per i tempi che andavano, casa per il suo Ercolino investito di tanti poteri ed attributi, così da sostituire da solo, quell’insieme di servi che si addicevano ad un esponente della nobiltà. Egli svolgeva, infatti, tutte quelle mansioni in maniera da soddisfare il ben poco esigente “padrone” il quale, dal canto suo, lo considerava più amico che servitore.
UN RAPPORTO CHE DIVENNE AMICIZIA
Ma Ercolino, orgoglioso di tanta considerazione, si dava da fare per riuscire in tutto, purché il Signor Conte non avesse a spendere denaro visto che ne circolava ben poco- e perciò si ingegnava a fare il fabbro, il meccanico, il maniscalco, il giardiniere, il muratore, l’imbian- chino, il raccoglitore di neve, il commerciante di ghiaccio, il portiere, il lacchè, l’accompa- gnatore, il maggiordomo, il confidente…
Erano due uomini che si completavano e si amavano tanto, da accompagnarsi a breve scadenza, anche nell’ultimo viaggio…