Benito Mussolini e Riccione una storia durata fino al 1943 che ha visto il Duce per anni dimorare a Villa Terzi situata davanti all’attuale Hotel Des Bains
Alla innocente domanda del compagno di giochi di spiaggia: “Quando arriva il tuo papà?”, il figlio del Duce rispose: “Domani sera”. E la sera seguente, cioè il 14 agosto 1926, il Duce arriva, viene a raggiungere la famiglia, qui da diversi giorni ospite nella Villa Terzi, a fianco della Chiesa e davanti al Grand Hotel Des Bains, per passare una settimana di riposo.
Possiamo partire da qui per raccontare come il Duce venne ai bagni a Riccione; o per meglio dire come inizia il lungo e cordiale sodalizio tra la famiglia Mussolini e Riccione che durerà ininterrotto sino alla fine del mese di luglio 1943.
Certo, il Duce non era sconosciuto sulla nostra spiaggia, ci sono testimonianze che ricordano le sue apparizioni, ancor prima che diventasse Duce a Capo del Governo, a bordo della motocicletta, con la ragazza appollaiata sul sellino a fare un giro e magari godersi una serata a ballare al Lido.
La scelta di Riccione per le vacanze estive al mare può essere stata influenzata dall’amenità del luogo, dalla buona organizzazione dei servizi balneari, dalla vivace cordialità dei riccionesi. Motivi questi ben importanti per la famiglia Mussolini, la quale pur vivendo divisa tra Roma e Milano, non poteva non sentire il richiamo paesano della sua Romagna, che qui, con i suoi umori e sapori, in buona misura si rispecchia nel mare salubre di Riccione.
Non è credibile che la scelta possa essere stata obbligata quasi un ripiego per chiudere un rapporto già esistente con Cattolica o per una ipotetica ripicca ideologica con Rimini. Francamente, voler indugiare sui motivi della scelta, appare un esercizio ozioso, un passatempo da ombrellone.
Quel che si può affermare senza dubbi di sorta, è che, fatta la prima esperienza dell’estate 1926, non potevano sussistere dubbi che essa sarebbe ritornata per restarci a lungo. Perché ci si permetta la partigianeria, Riccione era qualcosa di più, di diverso, di peculiare rispetto agli altri centri balneari marini. E i figli, assaporata l’atmosfera gioiosa di vacanza che permeava i giorni e le notti della “Perla verde “, ne diventarono poi i sicuri estimatori in famiglia.
Da una cronaca del tempo
1934 Donna Rachele vuol metter su casa al mare.
Risoluta sceglie quella che più le riempie gli occhi
e la considera l’ideale dimora balneare per la Famiglia
La famiglia Mussolini nel corso degli anni della sua frequentazione estiva di Riccione si ingrandì: nel 1927 era nato Romano e nel 1929 Anna Maria. La qual cosa poneva nuove esigenze per la residenza, la comodità, nonché la sicurezza. Tali da consigliare una migliore e autonoma sistemazione di quella tenuta per molti anni presso l’hotel Lido.
La villa posta in viale Vittorio Emanuele III, vicina al centro e al mare, di proprietà della signora Giulia Galli Barnabei in vero alquanto modesta e scomoda piacque a Donna Rachele la quale, già conoscendo la signora Galli e avendo con lei sintonia di linguaggio e di mentalità, provenendo tutte e due dalle colline di Romagna, pensò che l’approccio per concludere l’affare sarebbe stato facile e ben avviato. Ma, contrariamente a quello che recita il proverbio, che è l’interesse che guasta l’amicizia, ci fu subito uno scontro sul valore da attribuire alla villa; ognuna sosteneva i propri punti di vista col puntiglio poco diplomatico di taccagne comari (tra l’altro, Donna Rachele, col suo carattere da popolana che vuole “mettere le cose in chiaro”, tenne a dire e a far sapere che i soldi, per l’acquisto della villa, suo marito se li era faticosamente guadagnati facendo il giornalista).
Le rispettive posizioni rimasero inconciliabili e al momento del rogito (dopo il raggiunto accordo, sembra a muso duro con l’intervento del Podestà), il giorno 2 luglio 1934, davanti al Notaio Zambelli di Forlì si presentarono la Signorina Elda Camporesi con delega della signora Donna Rachele Guidi Mussolini e il cav. Augusto Pasquali con delega della signora Giulia Galli Barnabei. La compravendita era per la villa di due piani di vani 13, più il garage, la serra, la lavanderia, giacenti su un terreno di 1397 metri quadrati, situata in viale Vittorio Emanuele III di Riccione; con mobili, servizi e accessori tutto, come suol dirsi, a “cancelli chiusi”, per l’importo di 170.000 lire.
L’atto venne sottoscritto dalle parti e registrato a Forlì il 21 luglio 1940.
La spiaggia
La foto panoramica del grande piazzale del centro rende possibile alcune indicazioni di come e dove la famiglia Mussolini si recava sulla spiaggia. Dal giardino si allungava una passatoia di legno che portava alla zona del bagnino Cesare Angelini, normalmente utilizzata dal Duce per recarsi dalla villa alla riva dove lo aspettava il bagnino Pasquale Corazza per portarlo col moscone, a volte a fare il bagno, a volte a bordo della motobarca, a volte al motoscafo in attesa, a volte all’idrovolante ormeggiato. Per la medesima via tornava alla villa. La famiglia, invece, scendeva nella zona del bagnino Pasquale Corazza, (la prima sulla sinistra del piazzale).
Il capanno era più grande, lo si vede di color chiaro nella foto sopra, rispetto a quelli normali della fila. Per ragioni di buon vicinato e forse di sicurezza, i capanni adiacenti erano riservati alle autorità politiche locali.
da: Arrcioun la Perla Verde di Famija Arciunesa