Il giorno di ferragosto del 1929, Riccione ha vissuto un momento importante per il suo sviluppo di centro turistico balneare. L’inaugurazione del Grand Hotel Riccione.
LA STORIA DEL GRAND HOTEL
Dopo la conquista dell’autonomia a Riccione crebbero i servizi turisti e si sentì la necessità di costruire un albergo moderno che potesse soddisfare la clientela piu’ esigente. Così il Comm. Gaetano Ceschina, noto industriale lombardo, dopo aver costruito il Grand Hotel di Cesenatico, incaricò sempre l’architetto Rutilio Ceccolini di progettare una struttura simile. Venne individuata l’area tra viale Roma e viale Vittorio Emanuele, dove era stato abbattuto l’ospizio Amati-Martinelli (costruito nel 1877).
Il progetto è redatto dall’architetto prof. Rutilio Ceccolini e la sua mano felice ne fa un maestoso edificio, arricchito di arredi e di servizi di alta qualità. L’opera costò oltre 4.000.000 di lire. È probabile che Ceschina abbia portato avanti l’importante investimento anche per la discreta sollecitazione del Duce, ormai ospite estivo permanente di Riccione.
Riccione sul Viale Roma (poi Gramsci), dal 1929 si dota di un luogo di soggiorno e di incontro prestigioso, necessario per ospitare importanti personaggi della diplomazia, della Politica e di Governo, italiani ed esteri che la presenza del Capo del Governo richiamava.
L’INAUGURAZIONE E GLI ARREDI
Ottenuti i permessi necessari, i lavori incominciarono il 28 settembre del 1928 e vennero portati avanti velocemente, arrivando all’inaugurazione del 15 agosto 1929. Il Grand Hotel di Riccione si manifestava con i suoi quattro piani, in stile liberty, con un fronte di 80 metri, incastonato in un grande parco. Il *“Grande Albergo”, come in quel tempo il regime imponeva fosse chiamato, disponeva di 130 camere, con 250 letti e 40 camere da bagno tutte con acqua corrente calda e fredda e i suoi saloni erano decorati con sfarzo, con lampadari in cristallo di Boemia e di Murano.
A pochi giorni dall’apertura nei sontuosi saloni, tra specchi e stucchi, si tengono le prime serate mondane. Ad aprire il cartellone, il 20 agosto, è il Gran Ballo della Stampa al quale partecipa anche Edda Mussolini.
Tra i tavoli una schiera di autorità, artisti, letterati, giornalisti, duchi, baroni marchesi e conti. I loro nomi rimbalzano sulla stampa italiana e straniera. Ne parlano “Il Corriere della Sera”, “Il Resto del Carlino”, “Il Secolo XIX”, “La Domenica del Corriere”, “La Nazione”, “La Stampa” e persino “Le Monde” e il “New York Times”.
Dato l’enorme successo del Grand Hotel, già nei primi anni trenta, fu necessario ampliare la struttura. Prima, nel 1934, fu aggiunta una dependance detta la “torre del Grand Hotel” e poi, l’anno dopo, l’albergo venne quasi raddoppiato con l’aggiunta dell’ala Est (la facciata verso il mare).
TORRE 900
Nel suo complesso il Grand Hotel aveva a disposizione quattro campi da tennis. Ancora prima della guerra sorse a fianco la dependance “Torre 900”, esposta alla Fiera Campionaria di Milano del 1935 ed acquistata da Gaetano Ceschina per poi essere innalzata nuovamente a Riccione. Negli anni sessanta venne costruita la piscina.
CON IL GRAND HOTEL RICCIONE CAMBIA PASSO
Il Grand Hotel di Riccione con le sue caratteristiche di alta qualità ricettiva, segna il punto di svolta per il turismo della cittadina romagnola. Apre nuovi orizzonti al modo di fare turismo, recependo nella maniera più alta, le esigenze di una classe di villeggianti più sofisticata ormai troppo ristretta negli ambiti delle ville private.
Dopo la seconda guerra mondiale, che ha visto il Grand Hotel diventare il comando delle truppe alleate, è stata aggiunta una piscina olimpionica.
Memorabili sono state le feste organizate nei saloni del Grand Hotel, come quella per il capodanno 1965 che ebbe come ospite Mina o un altro capodanno dove Giorgio Strehler recitò l’uomo dal fiore in bocca di Pirandello.
*Fonti: Memorie balneari del ‘900 – Riccione Marina. Di Carlo Volpe e scritti di Dante Tosi