Il conte Luigi Guarini, realizzò a Riccione un complesso per divertimenti e spettacoli. Scelse il nome anagrammando il suo cognome e ne uscì l’insegna “NIRIGUA”.
Il conte Luigi Guarini, un fantasioso ed irrequieto villeggiante, realizzò nel 1922 un complesso per divertimenti e spettacoli sul terreno che dal viale Gramsci va al mare, in vicinanza della vecchia fossa Martinelli. Per capirci dove poi sorse il delfinario. Scelse il nome del parco divertimenti anagrammando il suo cognome e ne uscì l’insegna “NIRIGUA”.
CHI ERA LUIGI GUARINI
Il conte Luigi Guarini Matteucci nacque a Forlì il 10 febbraio del 1873 figlio di Domenico Guarini Matteucci Conte di Castel falcino Forlì e di Luisa Napoleone Pepoli appartenente ad un nobile casato bolognese. Ufficiale di cavalleria, di stanza in Libia, raggiunse il grado di colonnello. Cronache dei primi anni ‘20 del novecento lo descrivono come un assiduo frequentatore di Riccione, sottolineandone l’impegno a fianco di altri cittadini fra cui in primo luogo il conte Felice Carlo Pullè nella battaglia per l’autonomia comunale ottenuta dalla cittadina riccionese nell’ottobre del 1922. Il conte Guarini, povero di mezzi ma milionario di fantasia era solito trascorrere l’estate a Riccione in una villetta in Viale Bologna, ora Viale Francesco Baracca. Amatore dello spettacolo di lusso, quando gli toccò l’eredità di un parente ideò il primo parco divertimenti di Riccione, il Nirigua.
L’ATTIVITA DEL NIRIGUA
Dalle informazioni raccolte il Nirigua andò avanti 5-6 estati, ubicato nella zona dove poi venne anni dopo costruito il delfinario. Riccionesi e turisti in quelle stagioni ebbero l’opportunità di assistere a grandi spettacoli con le migliori compagnie del periodo in scena: Chiantoni, Falconi, De Santi, Tumiati, La Melato, Nino Besozzi, le Gramatica… e tanti altri. Il conte Guarini muore a Rimini il 21 ottobre del 1941
TRA CINEMA MUTO ED OPERETTA
Ebbe grande seguito anche il cinema muto in bianco e nero con rappresentazioni lunghissime proiettate a puntate in diverse serate. Tra i film ricordiamo “Il conte di Montecristo”, “I Miserabili” “La portatrice di pane”, “Ben Hur”. L’opera e l’operetta era tra gli spettacoli più seguiti con la compagnia del romano Angeletti in scena con “La vedova allegra”, “Il paese dei campanelli”, “Cincillà”, “Acqua cheta”, “Il Conte di Lussemburgo”.
Il complesso si divideva in due parti: il Politeama Nirigua e il Nirigua Park. Fu inaugurato il 30 giugno 1922, durò cinque stagioni e poi chiuse i battenti per palesi difficoltà finanziarie.
COME VENNE ACCOLTO IL NIRIGUA
Il Nirigua portava una novità interessante e arricchiva la vita balneare, però non era in sincronia con le altre attività esistenti e parsimoniosamente gestite da persone per lo più rispettose, prima di ogni altra cosa, del valore del denaro e dei relativi impegni da onorare alle scadenze. I problemi di allora sembrano essere quelli di oggi. Le stagioni balneari sono corte e precarie, si racchiudono tra i 50 e 70 giorni di attività economica, i programmi devono necessariamente essere riportati a questo segmento temporale; immaginare stagioni più lunghe spesso si va fuori campo, con gravi rischi per la gestione. Ebbero grande successo gli spettacoli della compagnia diretta dall’attrice Emma Gramatica (sorella minore di Irma) con “La Monella”, “Vergine folle”, “Donna nuda” “La moglie lo sa”.
UNA STAGIONE PIU’ LUNGA?
Il conte Guarini volle in qualche misura scommettere immaginando stagioni più lunghe, rapportando ad esse i suoi programmi. Tra gli operatori estivi non vi erano particolari riserve o animosità verso la nuova iniziativa ma, per obbiettive ragioni di concorrenza, non l’avevano certo in mezzo al cuore. Alla fine, al momento dei bilanci, si dimostrò che il Nirigua aveva, come suol dirsi, “fatto il passo più lungo della gamba” e dovette soccombere.
COM’ERA STRUTTURATO IL NIRIGUA
Il Nirigua era un vero e proprio parco divertimenti che in qualche modo anticipava quanto poi è avvenuto ai nostri giorni. Il suo obiettivo era di creare intrattenimento tra i villeggianti attraverso diverse tipologie di offerte.
Si componeva di impianti e attrezzature per giochi e divertimenti nonché di piccoli esercizi commerciali e artigianali, tra questi c’erano il club del Mare, le slitte russe, la giostra, le biciclette del mare, il pattinaggio, il tennis, il bar caffè, i negozi di fotografo, profumeria, valigeria, articoli da bagno.
POLITEAMA
Il teatro era all’aperto, en plein ciel, con una struttura di legno, col retro verso il mare con l’accesso dalla strada litoranea che lo divideva dal Nirigua Park. Nelle cinque stagioni di attività svolse una frenetica programmazione di spettacoli. Per il teatro di prosa vi transitarono le compagnie: Falconi, Tumiati, Besozzi, Melato, Grammatica, Merlini, Tofano, Zacconi, Ninchi. Furono allestite le operette “Cin- cillà”, “Acqua Cheta”, “La Vedova Allegra”, “Il Paese dei Campanelli”.
LA GRANDE BOXE A RICCIONE
Trovarono spazio ed estimatori opere del teatro comico e dialettale bolognese, nonché in- contri di boxe. Il riccionese Ribelle Galavotti, proprietario con i fratelli Grido, Giordano, Bruno e Lorenzo dell’Hotel Lido, ubicato in fondo al Viale Ceccarini (dove ora si trova il Mediterraneo) gestiva in quel periodo come procuratore una squadra di pugili, tra questi il milanese Bruno Frattini (campione europeo nei medi nel 1924) ed il campione di nazionalità senegalese Jean Joup di grande qualità tecnica ed anche avvenente fisicamente.