Miller era gentile, elegante, raffinato. Fluttuava fra i tavoli del Dancing Savioli (anni ‘50/’60 del secolo scorso) con la presenza di un aristocratico che faceva sentire il cliente un privilegiato in un mondo fantasmagorico di musica e colori.
Era un riccionese puro sangue ma gli valse il nome di “Miller” con cadenza inglese dovuto alla sua innata eleganza. Fu lui che una sera mi battè su una spalla dicendomi: “Il Signor Bepi ti vuole parlare”. Frequentavo il Savioli da clandestino grazie alla complicità di un cameriere mio coetaneo (20 anni !) di cui non farò mai il nome (si chiamava Lino Righetti) che mi sistemava in un angolo con una finta consumazione sul tavolo. Mi dissi “…è finita la pacchia”.
Ma Bepi che già sapeva tutto, voleva solo propormi di giungere un po prima per far ballare le ragazze che arrivavano in prima serata quando i clienti abituali erano ancora a cena con le proprie mogli. “Miller” si chiamava in realtà Agostino Garattoni e con lui è rimasta nella memoria dei riccionesi doc l’espressione della signorilità con la quale la Riccione d’Antàn viziava i propri ospiti senza tuttavia sentirsi al servizio di nessuno.
Edmo Vandi