Giuseppe Ortalli per 32 anni preside delle Manfroni a Riccione. E dire che era arrivato dalla Sardegna per fermarsi solo per il periodo di prova.
Il Professor Giuseppe Ortalli, preside per trentadue anni, dal 1938 al 1970, della Scuola Media Manfroni è sicuramente un personaggio rimasto impresso nella memoria di Riccione e di tanti suoi studenti.
Nato a Cagliari nel 1900, da una famiglia di origine parmense, trasferitasi in Sardegna per motivi di lavoro, compie gli studi nella città di nascita e si laurea in Scienze matematiche.
Appena laureato, insegna negli Istituti Tecnici, così si chiamava allora la Scuola Media, di Atri, in provincia di Teramo, di Cagliari e di Macomer, in provincia di Nuoro. Vinto il Concorso da Preside, viene assegnato all’Istituto Tecnico di Riccione per due anni di prova, previsti dal regolamento.
1938 L’ARRIVO A RICCIONE
Viene assegnato all’Istituto Tecnico di Riccione per i due anni di prova previsti. E’ sua intenzione tornare a Cagliari per ricongiungersi alla famiglia paterna, ma l’inizio della guerra nel giugno del 1940 lo blocca a Riccione, dove continua a far funzionare la scuola anche nel periodo bellico. E nella Perla verde rimarrà per sempre.
LA FAMIGLIA
Sposato con Giovanna Zedda (Nina), insegnante elementare di origine sarda, è un padre affettuoso, dedito alla famiglia, trasmette agli studenti gli ideali di libertà, giustizia e onestà con i quali educa anche i figli Piero, Maria, Gabriella, Luisella ed Enrico. Celebri i suoi indovinelli ed enigmi con trabocchetto con i quali intratteneva figli e poi i nipoti.
LA SCUOLA
Era molto attaccato alla scuola, la sentiva come una grande famiglia e come un “pater familias” seguiva tutti i suoi studenti e i rapporti con le loro famiglie. Era solito, sempre in giacca e cravatta, accogliere gli studenti all’ingresso quando suonava la campanella per poi salutarli all’uscita.
Era severo, ma di quella severità che viene esercitata per il bene del ragazzo al quale è necessario dire anche di “no” quando viene meno ai propri doveri.
Al termine di ogni trimestre consegnava personalmente le pagelle agli studenti, lodando quelli che avevano conseguito buoni risultati, incoraggiando e dando consigli a quelli che avevano avuto valutazioni insufficienti.
IL RAPPORTO CON I DOCENTI
Era un interlocutore prezioso e cordiale per il Corpo Insegnante non solo sul piano didattico, ma anche su quello personale. Cercava sempre il dialogo, il punto d’incontro e di mediazione alla ricerca del bene della comunità scolastica, organizzata con ordine, disciplina e con mezzi, come gli altoparlanti nelle classi, per quei tempi, all’avanguardia.
Alla fine dell’anno scolastico faceva preparare ai Docenti saggi ginnici, supportati da sottofondo musicale, tenuti nel giardino della Scuola, e mostre di lavori scolastici, eventi cittadini per la Riccione degli anni Cinquanta.
DOPO 40 ANNI IN PENSIONE
Provato dalla perdita improvvisa dell’amata moglie, colpita da un male incurabile, andato in pensione nel ’70, dopo quarant’anni di servizio, curò la sua passione per la fotografia e realizzò documentari, curandone personalmente il montaggio e la sonorizzazione.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita assistito amorevolmente dalla figlia Gabriella, spegnendosi nel 1984 con la serenità di essere stato un importante punto di riferimento per i Riccionesi, un vero servitore dello Stato, consapevole che la società, per avere futuro, ha bisogno di giovani preparati.
*racconto tratto dall’articolo di Emanuela Cicchetti per “Arciunis, storie di straordinaria quotidianità”