Riccione si sente trascurata e protesta contro il Comune di Rimini. C’è sempre più voglia di autonomia e nasce “Pro Riccione” il Comitato per far valere le richieste di Riccione.
Già dal periodo 1891- 1895 i personaggi più influenti di Riccione si riunivano nel Caffè Centrale della borgata per discutere gli interessi della località con la speranza di ottenere la Delegazione comunale per gli atti di stato civile. Ben presto sorse l’idea di richiedere il distacco da Rimini e creare il Comune di Riccione.
Ai primi del ‘900 il lido riccionese vide crescere il numero degli ospiti estivi e gli operatori del turismo si scontrarono con le difficoltà nel soddisfarne i bisogni e le sacrosante richieste di servizi al passo coi tempi. Nel 1905 il cavalier Sebastiano Amati, il Conte Carlo Felice Pullè e l’avvocato Ausonio Franzoni, con l’adesione della totalità dei possessori di case, ville e villini, diedero vita alla “Pro Riccione”.
PERCHE’ NASCE “PRO RICCIONE”
Era una Società avente lo scopo di tenere vivo l’interesse sul desiderio di indipendenza comunale per affrontare e risolvere tanti problemi. Approvvigionamento acqua potabile: il servizio effettuato con botti in legno assai logore é poco igienico. Spazzatura e innaffiatura delle vie principali che necessitano di ampliamento e fossi di scolo.
I PROBLEMI DA AFFRONTARE
Illuminazione stradale: ospiti e locali sono stanchi di usare lanterne poco pratiche e maleodoranti. Orologio pubblico a marina, i rintocchi della campane non sono al passo coi ritmi delle nuove attività. Vespasiani e latrine: i sempre più numerosi villeggianti necessitano di quei servizi in più luoghi. Vigilanza al mare: occorre un posto fisso e permanente, con guardie, per controllo e sostegno.
La distanza di 10 km rende problematico svolgere semplici pratiche negli uffici pubblici. Quando i riccionesi, nel Dicembre 1909, prendono visione della Relazione al Bilancio comunale di previsione 1910 e leggono che le frazioni di Riccione e San Lorenzo ottengono più di quanto versano in tasse, non tergiversano più.
Si mettono al lavoro per dimostrare, dati reali alla mano, che le due frazioni hanno cespiti sufficienti e possono aspirare all’autonomia “liberando” così il Comune di Rimini da tanto “peso”.
SEBASTIANO AMATI PROTESTA IN CONSIGLIO COMUNALE A RIMINI
Così il 28 Gennaio 1910, l’assessore Sebastiano Amati che rappresenta in Consiglio Comunale la frazione di Riccione, con una brillante analisi dimostra che l’aspirazione all’autonomia è assolutamente conveniente. Si arriva ad una richiesta ufficiale di autonomia presentata al Ministro degli Interni.
Lievita la polemica e i giornali locali ne danno ampio spazio.