A Sauro Pari il “Premio Baleani” perché da anni in prima fila nella difesa dell’ecosistema marino, con un innato amore per delfini e tartarughe che manifesta con l’attività della Fondazione Cetacea Onlus.
Sauro Pari, classe 1949, giornalista ed editore, continua a svolgere la sua missione attraverso la Fondazione Cetacea Onlus, che presiede, prescelta dal Consorzio d’area di viale Ceccarini per il Premio Baleani, attribuito a personaggi e operatori riccionesi meritevoli.
A consegnare la medaglia, lo scorso 14 aprile 2019 è stato il presidente, Maurizio Metto, affiancato dal sindaco Renata Tosi e da Rita, consorte di Enzo Baleani, il gioielliere che ventun anni fa istituì il premio.
Pari, in trent’anni Cetacea ha fatto passi da gigante? “Siamo nati a Riccione nel 1988 e pian piano abbiamo assunto una dimensione internazionale, tant’è che tuttora siamo impegnati in progetti europei. Per la cura delle tartarughe all’inizio avevamo appena sei vasche, ora ne usiamo ventotto, questo ci consente di curare quarantadue tartarughe contemporaneamente”.
Grande intuizione è stata l’apertura dell’ospedale delle tartarughe, quanti esemplari avete ricoverato? “In questi anni gli esemplari curati e rilasciati in mare sono stati 640, una trentina quelli che restano in vasca”.
Intanto tre tartarughe “Caretta caretta” già curate, hanno ripreso il largo! “Il 22 aprile per l’“Earth Day 2019”, Giornata Mondiale della Terra, davanti all’ex colonia Bertazzoni in collaborazione con la Lega Navale di Riccione abbiamo rimesso in libertà Sandra. Si tratta di un esemplare di 43 chili, che in gennaio era finita nella reti del motopeschereccio Rimas di Cesenatico. A segnalarcela è stato il comandante Massimo Rossi, noto per altri simili avvertimenti, l’animale era infatti ferito superficialmente al naso e al carapace. Un’altra tartaruga, Enzo, è stata rilasciata il 25 aprile a Miramare di Rimini e una terza, Matilde, il primo maggio vicino al porto di Rimini”.
In cura c’è pure Carolina, una tartaruga cieca? “Si. Se rilasciata in mare morirebbe, pensiamo quindi di creare un’area recintata in mare, dove anche i bagnanti possano vederla”.
Le vostre finalità sono diverse, in primis la lotta ai materiali plastici? “Uno dei nostri obiettivi è salvaguardare il mare dalle plastiche, problema che dipende dalla volontà di ognuno di noi, impegnandoci in comportamenti più civili. In questa battaglia abbiamo incontrato i pescatori che hanno cominciato a portare a riva le plastiche impigliate nelle reti. Su questo abbiamo lanciato un appello al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e abbiamo raccolto 205mila firme online. Tutto questo è partito da Riccione”.
Cetacea, opera anche a Numana, e presto anche a Rimini, vero? “Per noi si apre la possibilità di animare l’ex delphinarium riminese attraverso la cura degli animali e attività ludico-sportiva, ma senza abbandonare per Riccione, tutto è condizionato al bando che dovrà fare il Comune di Rimini”.