Don Carlo Tonini pioniere del turismo a Riccione. Intuì come la salubrità del mare per i bambini affetti da scrofolosi potesse essere trasformata in offerta turistica. Fu solo l’inizio.
A sfruttare le potenzialità di Riccione per lo sviluppo dell’industria dell’ospitalità furono alcuni pionieri del turismo della Perla verde, primo fra tutti don Carlo Tonini che fu per molti versi il precursore del turismo balneare della città.
SCROFOLOSI E SOGGIORNI ESTIVI
Nella seconda metà del secolo scorso la medicina aveva scoperto i benefici effetti del clima marino sulla scrofolosi, una malattia di tipo tubercolare che colpiva i bambini che vivevano in ambienti insalubri e con regimi nutrizionali poveri. Il parroco tanto disse e tanto fece che riuscì a lanciare la Perla verde come luogo ideale per la cura della malattia, fino al punto da organizzare soggiorni estivi per i bambini bisognosi.
1872 A RICCIONE VIVONO 111 FAMIGLIE PER 1940 ABITANTI
Inizialmente i bambini erano ospitati dalle famiglie che abitavano nel vecchio Paese (secondo il censimento realizzato nella notte tra il 31 dicembre 1871 e il I gennaio 1872, a Riccione c’erano 76 costruzioni agglomerate in cui vivevano 111 famiglie, e 174 case sparse nella campagna che ospitavano 213 famiglie. La popolazione complessiva era di 1.940 anime).
DON TONINI “TOUR OPERATOR”
Ogni giorno il buon don Tonini partiva dalla sua abitazione, all’estremità orientale della borgata, e passando di casa in casa raccoglieva i “suoi” bambini. Poi li radunava all’imbocco di viale Viola dove erano in attesa i contadini della zona coi loro carri trainati da buoi e coperti da una tenda. Per affetto verso il loro parroco, si prestavano gratuitamente a fare il servizio di trasporto. Da lì partiva il corteo che lentamente, percorrendo il fondo sconnesso e polveroso della Viola, portava i bambini fino alla spiaggia.
NASCONO GLI OSPIZI MARINI
Poi l’ospitalità ai bambini scrofolosi si perfezionò e nacquero gli ospizi marini, il primo dei quali fu, nel 1877, il Martinelli Amati. La fama di Riccione si estese. In molte città dell’Emilia Romagna erano sorti comitati pro “bambini scrofolosi” i cui esponenti raggiungevano in treno la Perla verde per rendersi conto personalmente delle condizioni ambientali e di vita dei bimbi ammalati. Tornavano nei luoghi di provenienza decantando non solo la salubrità ma anche le bellezze di Riccione.
DECISIVI PER LO SVILUPPO TURISTICO IL TAM TAM E LA FERMATA DEL TRENO
Piano piano, grazie alla facilità dei collegamenti con l’Emilia e le città del Nord Italia, la Perla verde divenne meta di “veri” turisti (nobili e benestanti, non più solo di poveri bambini bisognosi di cure) che vi trascorrevano lunghi periodi di quiete e riposo alla benefica aria di mare. La vacanza terapeutica per adulti e la moda dei bagni di mare, già consolidate a Rimini, cominciarono a interessare anche Riccione. Era nata l’industria turistica.