Lazzara Di Luigi, per una vita domestica di casa Ceccarini nei ricordi di Edmo Vandi bambino. Lazarèina a suo agio in salotto tra politici, magistrati e imprenditori.
Si chiamava Lazzara Di Luigi ed era la cugina di mia mamma Lucia Di Luigi. Ribattezzata “Lazarèina” è stata per più di 60 anni la governante della famiglia degli ultimi discendenti dei Ceccarini.
Mia madre mi prendeva per mano (avevo 5, 6, 7 anni) e mi diceva: “Dai che andàm a truvè la Lazarèina” (vieni che andiamo a far visita alla Lazzarina), invito per me quanto mai esaltante in quanto dalla Lazarèina c’erano biscotti e cioccolato in tazza di signorile qualità, meraviglie pressoché sconosciute nella mia vita di tutti i giorni.
Il tutto offerto a piene mani dalla nostra parente nella sua veste quasi di padrona di casa. L’emozione per me era completata dal fascino della passeggiata lungo il largo marciapiede del Viale Ceccarini fino a subito dopo il passaggio a livello dove si trovava la villa dei Ceccarini. Con l’età avanzata la Lazarèina era diventata un personaggio che caratterizzava la vita dei Ceccarini in quanto rappresentava la tradizionale saggezza romagnola inserita in un contesto romano (quale era la signora Annamaria in Fabbri).
E quando esclamava: “Quant’a si pataca!”
Pontificava su quanto veniva discusso nell’elegante salotto della famiglia frequentato da personaggi di alto livello (politici, magistrati, imprenditori). Quando questi a suo parere esageravano nell’enfasi delle discussioni, un suo sospiro soffiava sulla coltre di talco della sua ampia scollatura formando come un fumetto con la frase a lei abituale: “Quant’a si pataca!”.
Nessuno si offendeva anche dopo la spiegazione di quella tipica frase in dialetto romagnolo anche perché il più delle volte riconoscevano che aveva ragione. Morì nel 1971 a 83 anni in concomitanza con il declino delle fortune della famiglia nella quale aveva trascorso pressoché tutta la sua vita.
Edmo Vandi