Ci ha lasciato a 94 anni Severo Pronti, autentico lupo di mare e figura storica della marineria riccionese. Nell’ equipaggio della Nino Bixio (poi Saviolina), poi impegnato nella pesca delle vongole e nel trasporto dei turisti con i Cutter.
Severo Pronti detto Graenz è stato uno tra i più bravi ed abili marinai di Riccione per anni impegnato con i Cutter. Lavorò all’Alba all’altezza della zona 65 di Alfredo Bugli e Figli, per capirci davanti il Piazzale Alba dove c’era il bar Messico oggi Tanimodi.
Severo Imbarcava tanti tedeschi in bassa stagione e italiani in alta stagione. che scendevano al mare dal viale Verdi (erano tante le pensioncine allora: Rialto, Frankfurt, Urania, Medusa, Luana, Argentina, T.V., Verdi, Aglaia, Alba, Floridiana, Ostenda poi City, Moderno poi Commodore e per pochi anni il Frankfurt anche bar concerto Hotel).
Severo Pronti fu al comando della Mn. Albatros con amici e soci: Mario Righetti e Casièr; Luciano Giulianelli, dei Pradèin; Bruno Magnani, detto Pargulè. L’imbarcazione fu poi venduta 1973 alla famiglia Savioli che la chiamò Mn. Saviolina II°.
Tornò al cutter in società poi timonò il Bonito per la famiglia Menarini di Bologna. La sua preminente attività però prima del cutter fu la pesca alle vongole, con i cogolli e alle seppie con le nasse con gli scafi (Batane) Graziana e la Mirella in società con il fratello Guido Edoardo Pronti detto e Pittnier. Romanzesca per certi versi la pratica della pesca migratoria di anguilla nei lidi ravennati.
Severo Pronti insieme ad Alberto Capelli e Venanzio Bezzi aveva fatto parte dopo la guerra dell’equipaggio a sardelle con la Nino Bixio, ora Saviolina.
Severo detto e Graenz ma anche noto come Deo o Lupo dè Lupi sempre allegro e scherzoso con tutti lascia a 94 anni la moglie Seconda, le figlie Patrizia e Roberta ed i nipoti Federico e Mattia.
Il padre di Severo, Roberto Pronti, fu uno dei cinque riccionesi che morirono il 17 Gennaio del 1929 nel naufragio della motobarca da pesca “Bruna”.
Carlo Volpe, suo allievo lo ricorda come suo primo Comandante “le tue boline erano uniche e tu dicevi……andè bèn rès me e vènt”
Ciao Severo, buon vento.