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Michele Mussoni: da Riccione fino all’Onu ed ora in Angola

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Michele Mussoni 50 anni oggi lavora in Africa, in Angola. Da oltre 20 anni è periodicamente in missione per l’ONU ma ogni anno non rinuncia a passare qualche giorno nella sua Riccione “La qualità della vita di Riccione la comprendi fino in fondo quando sei altrove”

Michele da ragazzo, esuberante e sempre pronto alla battuta, si divideva tra i banchi del Liceo e la fascia destra dell’antistadio Nicoletti. Qualcuno ricorda anche di averlo visto sulle TV nazionali in vari programmi. Ma poi ha deciso di inseguire il suo sogno: quello di conoscere da vicino culture e paesi lontani, aiutando le persone in difficoltà. E sembra esserci proprio riuscito. Michele lavora per le Nazioni Unite. Tra l’altro il premio Nobel per la pace 2020 è stato assegnato al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP) per gli sforzi profusi nel combattere la fame. Ci piace pensare che anche Michele e Riccione abbiano in qualche modo fatto la lor parte.

Michele riceve, durante un periodo di lavoro in Mozambico, la visita di Adelaide, sua mamma e per anni titolare del negozio di abbigliamento Abg in pieno centro a Riccione.

Innanzitutto la prima domanda che si fa a Riccione è sempre quella: “Chi sit e fiul?” (di chi sei il figlio?). “Sono figlio di due straordinarie persone, Adelaide Mantellato, per anni titolare di un negozio di abbigliamento in centro e Gilberto Mussoni una vita nel mondo del calcio, dei genitori speciali”.

Quando hai lasciato Riccione? “Finito il Liceo Volta ho lasciato Riccione per studi (prima in Italia e poi all’estero) nel 1988. Poi ho sempre lavorato all’estero, a parte un breve periodo di qualche mese a Roma”.

Parlaci del tuo impegno. “Lavoro con le Nazioni Unite, per le quali sono stato impegnato in più di una ventina di paesi, mi occupo di risposta umanitaria in contesti d’emergenza (dovuta a disastro naturale o conflitto civile) con focus in vari settori, ma principalmente sicurezza alimentare e nutrizione. Ho avuto l’opportunità di conoscere da vicino tanti paesi, culture; fino adesso è stato molto stimolante”.

Dove sei stato impegnato? “Ho lavorato nei Balcani (Kosovo, Croazia e Serbia) varie regioni dell’Africa, Asia meridionale (Afghanistan, Pakistan e Sri Lanka) e orientale (East Timor), America Centrale e Caraibi (Haiti)”.

Cosa ti gratifica del tuo lavoro? “La soddisfazione è quella di aiutare chi ha bisogno sia attraverso appoggio materiale a persone vulnerabili sia rafforzando la capacità di governi locali e constatare i risultati del nostro contributo”.

Michele Mussoni

Stando così lontano che idea ti sei fatto della tua città e dei riccionesi? “In realtà l’idea della mia città e dei riccionesi non è cambiata poi tanto per il fatto di vivere all’estero, fondamentalmente rimane positiva sia per la mia città, nella quale torno con grande piacere una o due volte all’anno, sia per i suoi abitanti”.

Che cosa ti manca di Riccione? “Su tutto, la mia famiglia, i miei cari genitori e i miei fratelli che adoro. Anche alcuni ottimi amici con cui continuo a sentirmi e vedermi. E ovviamente lo stile di vita del posto di mare, probabilmente la qualità della vita di Riccione la comprendi fino in fondo quando sei altrove”.

I ricordi più belli di Riccione? Ricordi di famiglia, i mesi estivi passati con amici al mare e uscendo la sera, i tanti sport praticati, soprattutto il calcio.

Se ti dico Riccione chi sono le prime tre persone che ti vengono in mente? Farei quattro: i miei genitori e miei due fratelli. Ho un ottimo rapporto con loro e, tra le altre cose, ci legano molto i vari ricordi di bei momenti passati a Riccione.

Da “giramondo” cosa ti sentiresti di suggerire alla tua città? Che cosa manca? “A Riccione si sta sempre bene, tra vita di mare, vari tipi di divertimento, ottima gastronomia e ambiente rilassante. Forse, se dovessi dare un suggerimento, continuerei a dare priorità a eventi culturali e allo sport”.

Francesco Cesarini

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