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La “Rosa d’Inverno” il grande evento mondano di Riccione

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La “Rosa d’Inverno” è stato dagli anni ’50 l’evento mondano per eccellenza di Riccione. Si teneva al Teatro Dante e poi al Grande Hotel. La festa era gestita dal Comune di Riccione assieme al Moto Club Celeste Berardi nella penultima sera di Carnevale e l’ingresso era rigorosamente ad invito. 

Il veglione della Rosa d’Inverno resta scritto nella memoria storica riccionese come icona delle serate di festa. Organizzato dal 1950 nella cornice del Teatro Dante per passare poi nel 1956 in quella comunque principesca del Grand Hotel, il veglione era un evento ad invito, prestigioso ed ambito, dove principesse e cavalieri facevano bella mostra di sé, avendo da subito capito come tale partecipazione rappresentasse un vero debutto; una vetrina per i più bei giovanotti locali e non ma soprattutto per le ragazze che avevano modo di sfoggiare tutto il loro charme.

IL LUCCICANTE SALONE CHE ACCOGLIEVA GLI INVITATI

La “Rosa d’Inverno” sopra in foto i camerieri di servizio per il veglione al Teatro Dante: da sinistra Dino Bologna, Vittorio Casadei, Renato Girolomini, Luigi Spadini, Amerigo Semprini, Muratori, Guido Mulazzani, Silvio Cappelli.

Rosa d’inverno 1954 – Sophia Loren

Lo staff di servizio era composto mediamente da 6-7 camerieri, 5 direttori, tanti comì e baristi; il servizio ristorazione era in appalto, ma non era compreso nel biglietto. C’erano grandi tavoli vestiti con drappeggiate tovaglie chiare adornate di bellissime composizioni di rose; le stesse rose che all’ingresso, in un trionfo di luci, venivano donate alle elegantissime signore. C’era poi un’orchestra di grande fama e le serate, che si protraevano sino all’alba tra balli e brindisi, venivano condotte da star dello spettacolo, come Enzo Tortora o Mike Bongiorno. Sophia Loren fu ospite nel 1954, nel 1956 Fred BuscaglioneMina nell’edizione del 1965.

Enzo Tortora tra le dame riccionesi – Archivio Gianni e Pico Zangheri-Foto Riccione
Miss Moto Club 1956 Nei saloni del Grand Hotel – Archivio Gianni e Pico Zangheri-Foto Riccione

Anche se appartenevano ad una famiglia modesta per la quale poteva essere una mondanità proibita, le mamme che avevano una bella figlia facevano tutto l’anno i salti mortali per mettere i soldi da parte per pagare l’ingresso alla festa, e per la confezione, magari cucendolo di notte dopo giornate di lavoro e stenti, di un vestito sufficientemente spettacolare per metterla in risalto, rendendola non solo papabile reginetta della serata ma ancor di più reginetta di cuori… possibilmente quelli di “buoni partiti”.

La festa era gestita dal Comune di Riccione assieme al Moto Club Celeste Berardi nella penultima sera di Carnevale, un appuntamento che non si poteva perdere; e all’appello, anno dopo anno, rispondevano entusiasti non solo i riccionesi, ma tantissime comitive che arrivavano da Bologna, Ancona, Milano… e comunque tutti quelli che avevano qui la casa estiva, oltre alle tantissime autorità invitate.

Archivio Gianni e Pico Zangheri-Foto Riccione

L’ornamento determinante erano gli impettiti smoking dei signori, magari anche solo affittati, che si contrapponevano ai variopinti abiti delle signore.
Le luminosità cangianti dei rasi sovrapposti ad ampi sotto-gonna, le trasparenze e i volumi di decine di strati di tulle, i lunghi mantelli di velluto o pelliccia, i sandali abbinati nel colore e fatti fare su misura da noti artigiani del circondario, gli orecchini, le collane, le spille estrose e le borsette ricoperte dello stesso tessuto del vestito, le acconciature arricchite da perle e rose, diventavano la vera attrattiva. Ma anche chi li indossava ovviamente faceva la differenza; una linea sinuosa, luminosi capelli e delicate fattezze li valorizzavano e ne venivano valorizzati, e nel migliore dei casi premiati con la fascia di Miss Rosa d’Inverno, Miss Eleganza e Miss Moto Club.

Archivio Gianni e Pico Zangheri-Foto Riccione

Una serata irrinunciabile che si promuoveva da sola un anno per l’altro, ma anche grazie ai tanti p.r. dell’epoca che da molto prima giravano per strade e stradine di Riccione con piccole auto decappottate, motorini e Vespe pubblicizzandola. Il nevone del ‘56, che bloccò letteralmente la città, ne minacciò lo svolgimento… ma neanche lui riuscì a fermare un’aspettativa di divertimento di tale portata

Il ricercatissimo invito per “La Rosa d’Inverno” del 1965 al Grand Hotel di Riccione con Mina protagonista della serata.

DOPO LA ROSSA D’INVERNO….LA ROSETTA

La replica della Rosa d’Inverno rappresenta però la vera curiosità: la serata successiva nominata “La Rosetta”. Una serata dedicata unicamente ai riccionesi, sempre piacevole, ma più ridotta, sotto tutti gli aspetti: prezzo più basso, vestiti meno sfarzosi, un’orchestrina del posto e soprattutto una più breve durata: le danze dovevano smettere tassativamente già a mezzanotte… perché incominciava la Quaresima!

 

 

Maria Grazia Tosi

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