Tre generazioni tenute insieme dalla passione per la poesia e le loro origini. Il poeta Luca Nicoletti con le sue poesie profondamente ispirate dalle foto della mamma Rosita e la tesi della figlia Greta hanno in qualche modo un filo conduttore, Famija Arciunesa.
Luca Nicoletti ha pubblicato le sue prime poesie, vent’anni fa, proprio sulle pagine di Famija Arciunesa. Ora, dopo avere pubblicato nel 2006 “L’essenza del mosaico” (ed. Pazzini) e Comprensione del crepuscolo (2015, ed. Passigli, Firenze), con “Il paese nascosto” (2019, ed. Pequod, pref. di Giancarlo Pontiggia), è al suo terzo libro di poesia.
il poeta Giancarlo Pontiggia nella sua prefazione definisce l’opera di Luca così “La dimensione civile della parola, così cara al poeta, non può che confrontarsi con il destino dell’uomo, con quello sguardo celeste che gli è connaturato, e che lo definisce fin dal suo apparire storico: le ultime sezioni del libro approfondiscono l’utopia politica innestandola in una prospettiva ‘interstellare’ (Ciò che ci divide, in fondo), legando la sostanza lirica, verticale della parola alla sua radice terrestre, al motivo delle mani che si stringono, che disegnano una loro calda intesa”.
Con quest’opera Luca Nicoletti si è classificato finalista alla XX edizione del Premio Gozzano (settembre 2019) e lo stesso libro è risultato tra i 10 segnalati alla XXVIII edizione del Premio Pascoli, tenutasi in settembre. A giugno, alcune sue poesie sono state pubblicate sulla rivista on-line di letteratura “Altazor”, tra le più importanti del Sudamerica, tradotte in spagnolo da Emilio Coco, uno dei più grandi ispanisti e traduttori italiani.
Una poesia del libro, ispirata al nostro territorio, è compresa nell’antologia “Emilia Romagna, omaggio in versi e fotografie” (Bertoni editore). I paesaggi collinari della Valle del Conca e quelli marini di Riccione, fotografati dalla madre Rosita, tra le principali fonti di ispirazione della sua poesia, nell’ultimo libro diventano simboli e metafora di tematiche che si ampliano in altre direzioni (la foto di copertina è uno splendido bianco e nero di Rosita).
Una poetica e un filo conduttore che continuano con la figlia Greta Nicoletti, neolaureata con una tesi di filologia su “Sentimento del tempo“, il capolavoro di Giuseppe Ungaretti. In particolare la tesi, molto apprezzata e lodata dai docenti dell’università di Bologna, ha preso in esame le varianti d’autore che hanno caratterizzato le diverse edizioni del libro. Inoltre, per il corso di sociolinguistica, Greta ha proposto “E’ nascundèin dè Temp“, il libro di racconti scritto dalla nonna Rosita e pubblicato da Famija Arciunesa nel 2008, per un’analisi dei codici della comunicazione, e in particolare del nostro dialetto come lingua della memoria e del ricordo, prezioso strumento per tramandare un “grande e inestimabile tesoro” personale e collettivo.
“Ci tramuteremo in rose”*
Ci tramuteremo in rose.
Così sarà difficile raggiungerci,
confonderemo persino gli accenti,
le cadenze particolari
segneranno le venature delle foglie.
È questa l’intelligenza più umana,
sapere adattarsi agli eventi vaganti,
immaginare un cammino lungo il fiume
contemplando lo specchio dell’acqua,
i messaggi nelle corse delle nuvole.
“Le rose sono il nostro traguardo”.
I germogli teneri e rossi
il nostro sguardo.
Luca Nicoletti
*poesia inedita