Riceviamo e pubblichiamo dall’amico e storico collaboratore di Famija Arciunesa Edmo Vandi il racconto della sua personale esperienza legata alla vaccinazione per il Covid
LA PRENOTAZIONE
Il tutto è iniziato il 15 febbraio scorso. La mia Dottoressa di Base mi ha fornito il numero di telefono dell’ASL a cui rivolgermi per prenotare la vaccinazione (vista la poco invidiabile fascia d’età). Pronta risposta e domanda dove preferisco fare la prima fase. Scelgo Rimini e non Riccione in quanto a Rimini si anticipa di una settimana. Ricevo l’e mail con tutte le informazioni. Nuova Fiera di Rimini, domenica 21 febbraio, ore 15,35, presentarsi un quarto d’ora prima.
IN FIERA A RIMINI
Parcheggio facile, sala immensa, prova febbre, gel, firma delle condizioni di salute, anamnesi medica con dottore di turno poi in fila (è pieno di vecchi con almeno due familiari al seguito). Attesa di una decina di minuti poi ingresso in una stanzetta ricevuto da tre gentilissime Dottoresse/Infermiere. A nudo il braccio sinistro e iniezione Pfizer assolutamente indolore. Mi consigliano poi di sedere per almeno 15 minuti nel salone di “decantazione”. Il giorno dopo pomeriggio con leggero stato febbrile (37,2 al pomeriggio e 37,7 alla sera.) Notte tranquilla e mattino e giorni successivi condizioni normali senza temperatura.
IL RICHIAMO
Lunedì 15 marzo iniezione di richiamo. Stesso orario, stessa procedura, stesso braccio con stessi minuti di “decantazione”. Prima di uscire ad uno sportello consegno la mia Tessera Sanitaria e ricevo un documento con l’elenco di tutte le vaccinazioni della mia vita comprese le ultime due. Il giorno dopo, 16 marzo, medesimo stato febbrile, poi nei giorni successivi ritorna tutto normale. Mi consigliano di osservare ancora un paio di settimane di cautela (mascherina, gel, lavaggio mani, evitare assembramenti) poi libertà di tornare a frequentare discoteche, correre la maratona, identificarmi nel dio Pan e inseguire Siringa.
Edmo Vandi