Michele Basigli tra il 1920 e il 1930 è stato il farmacista di Riccione Paese, punto di riferimento per i riccionesi e di grande sostegno per i più poveri. Basigli era anche un buontempone dedito agli scherzi…
Negli anni ‘20-’30 del secolo scorso in Riccione Paese non si diceva “andàm tlà farmacia”, si diceva “andàm da Basigli”. Michele Basigli ha rappresentato per molti decenni il punto di riferimento per tutti quelli che avevano bisogno di consigli oltrechè di cure. Michele dispensava spesso i suoi “consigli” in piedi, nel suo camice bianco, sulla porta della Farmacia, sicché i suoi clienti non avevano nemmeno bisogno di entrare nell’esercizio.
Faceva parte del gruppo di amanti della musica lirica che faceva capo a Lino Ronci e partecipava volentieri agli scherzi e alle burle che da buoni bontemponi organizzavano (anche se talvolta ne subivano). Si racconta infatti che una volta gli mandarono un vecchietto in biciclettache si fermò al suo cospetto e, visto il camice bianco, gli disse: “Scusi è quì che vendono i salami?”. La risposta pronta di Basigli: “A Riccione i salami vanno in bicicletta!”.
E’ rimasto nei racconti paesani un episodio avvenuto in occasione di una sfilata di carnevale. (Si usava farne tutti gli anni lungo la via principale, da e “Ghètt” fino al molino Ronci). Un carnevale modesto con maschere e costumi “fatti in casa”. Quell’anno la banda Ronci-Basigli decise di far sfilare il “loro” vecchietto, che chiameremo col nome fittizio di “Bigìn”. Si procurarono una vecchia carrozzina da bambino e vi fecero “giacere” la loro vittima con le gambe penzoloni in avanti, la cuffietta, il bavaglino “Non baciatemi” e il ciuccio. Lo fasciarono ben stretto alla carrozzina (altrimenti cadi !) con la raccomandazione di mormorare a chi spingeva:”Babbo bibi”, “Babbo pappa” ecc. Ma la pensata fu di offrire, appena prima della sfilata, al sempre affamato “Bigìn”, una montagna di spaghetti al sugo addizionati con doppia dose di “Scialappa” (purgante da cavalli), sicché nel bel mezzo della sfilata , proprio davanti allo spaccio della Rosa ad Furmaj, Bigìn iniziò a trentannni ad urlare: “Babbo cacca, Babbo cacca, an ni pos piò”. “Non devi dire così, devi dire come d’accordo Babbo bibi, Babbo pappa”. Ma la carrozzina si riempì tosto in grande abbondanza di quella sostanza che possiamo immaginare.
Si racconta che poi il piccolo veicolo e il suo ospite furono immersi per un salutare lavacro nel Rio Melo, dove allora scorrevano acque limpide e trasparenti. Forse poteva essere considerata una crudeltà, ma poi finì tutto, come sempre, in una pantagruelica mangiata (quella volta senza Scialappa). Certo, Michele Basigli è stato tutt’altro che un personaggio dedito solo agli scherzi e alle burle (che condivideva puntualmente con Lino Ronci).
Di lui ci si ricorda prevalentemente per la disponibilità e lo spirito umanitario che dimostrava quotidianamente nei confronti dei meno abbienti (e allora erano tanti) ai quali, oltre ai consigli, elargiva medicinali galenici e da banco senza pretendere un centesimo.
Edmo Vandi