Il “salotto” di Riccione sulla bocca di tutti anche grazie al famosi brano del cantautore bolognese Dino Sarti, era il 1974! Perché non ricordarlo con una targa in Viale Ceccarini?
Era la metà degli anni ’80 quando nel mio ambulatorio entrò Dino Sarti. Era intimidito, timoroso, come quasi sempre accade ai pazienti che si trovano davanti un medico che non conoscono. Per me era un mito, il più importante rappresentante della musica dialettale bolognese, un cabarettista formidabile che era riuscito a sfondare in un ambiente difficile come il derby di Milano.
Dino era anche uno scrittore brillante, un arguto giornalista e un bravo attore cinematografico. Ma era riuscito in un’impresa ancora più ardua: contro il parere di tutti, appoggiato dal sindaco Zangheri, organizzare un concerto in Piazza Maggiore per Ferragosto. E riempire la piazza. Il suo commento fu: “Me a dégh che al séndick l’è dvintè màt: fèr un spetàcuel propri incû che a Bulagna a gni è inciòn!” (“Io dico che il sindaco è diventato matto, fare un concerto proprio oggi che a Bologna non c’è nessuno”). Il risultato fu clamoroso, 30.000 spettatori il primo anno, 60.000 il successivo. La gente abbandonava i luoghi di villeggiatura, Riccione in primis, per tornare a Bologna ad ascoltare Dino Sarti. E così sarebbe accaduto per molti anni a venire.
“…le canzoni di Dino Sarti, hanno il sapore del pane all’olio e rispecchiano il carattere della mia gente” (Enzo Biagi)
Divenimmo amici, anche perché ci univa un’amicizia comune: Corrado Castellari, un mio amico d’infanzia, che fu il mio primo chitarrista, poi divenne il leader nell’orchestra di Dino e scrisse la musica di quasi tutte le sue canzoni. Dino ebbe un rapporto molto affettuoso con Riccione, dove si esibì per molti anni in vari locali e a cui dedicò u na delle sue canzoni più note: “Viale Ceccarini, Riccione”.
E non deve meravigliare che la più famosa ed emblematica canzone su Riccione, l’abbia scritta un bolognese. I bolognesi, si sa, hanno sempre amato visceralmente Riccione.
Il testo della canzone, nonostante abbia quasi 50 anni, sembra scritto ieri e coglie alla perfezione lo spirito di chi ha vissuto quegli anni. “Viale Ceccarini, Riccione, più che una via è un’istituzione”.
Geniale! Peccato che Dino sia stato ingiustamente dimenticato.
L’ultima volta che lo vidi, una cena a casa mia, era un uomo solo, amareggiato e deluso. Credo che riccione dovrebbe ringraziarlo e dedicargli, sul viale che ha immortalato nella sua canzone e in cui si è esibito tante volte, almeno una targa (partecipa al sondaggio di FA).
Vittorio Costa