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Villa Eden e pensione Bolognese: perle anonime con un valore da riconoscere e recuperare

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VILLA EDEN E PENSIONE BOLOGNESE DUE PERLE DA CONOSCERE MEGLIO

VILLA EDEN

Abissinia è da sempre per un riccionese il quartiere delle Terme. Anche oggi non si possono non associare i due termini, riconoscendo quanto il successo della zona sud della città debba alla presenza dello stabilimento termale.

Pochi però sanno che il primo stabilimento idropinico, già esistente agli inizi  del 1900,  si trovasse vicino al centro di Riccione, lontano dalla zona sud. Era ubicato in Viale Gramsci, allora Viale Roma, presso l’Albergo Villa Eden, che ancora sorge sul tracciato originario e ne conserva resti delle strutture termali sul retro.

Primo ed ultimo stabilimento idroterapico esistito a Riccione, vi si praticavano una vasta serie di bagni e docce con acqua di mare, addizionata con vari prodotti medicamentosi.

Ancora oggi avremmo la possibilità di visitare all’interno di Villa Eden, luoghi ed atmosfere di un tempo ormai trascorso, di cui possiamo orgogliosamente fregiarci.

Negli anni ’40 l’edificio (appartenuto ad una anziana signora deceduta all’età di 103 anni  e per amore della libertà mai sposatasi) in periodo di guerra, ospitava le truppe tedesche.

Le provviste venivano acquistate nei negozi vicini, dal macellaio all’angolo Viale Gramsci, Viale Ceccarini dal fornaio al lato dell’albergo. Molti i clienti stranieri per lo più Austriaci negli anni ’70, tanti gli ospiti affezionati, pronti a chiudere un occhio rispetto a servizi non più adeguati, pur di ritrovare il piacere di una bella accoglienza in un’atmosfera antica.

LA PENSIONE BOLOGNESE

Il passato con i suoi suoni, profumi atmosfere ancora vivono silenziosamente nella planimetria di una città travolta dalla fama e baciata dalla fortuna, ma purtroppo anche aggredita dal cemento, dalla miope speculazione edilizia.

Disseminati per Riccione, troviamo altri segni di un tempo lontano, edifici che hanno segnato la storia e che andrebbero gelosamente protetti a custodia della memoria di un passato che ci rende unici e irripetibili.

Ristorante Pensione Bolognese (archivio Vittorio Costa).

La pensione Bolognese, questa più vicina all’attuale area termale; costruzione a bordo strada fornita di colonnato e decori tipici degli anni ‘50. L’edificio, così come lo possiamo ammirare oggi, compare nel film di Dino Risi ,”L’ombrellone”. Film che ha visto come protagonista femminile Sandra Milo nei suoi anni migliori.

Ancora in funzione fino ad un anno fa, la struttura è stata gestita a lungo dalle proprietarie, le sorelle Barbanti. Alcuni ricorderanno come la più longeva delle due, per evitare di essere privata del diritto di continuare ad abitare li, si era legata, incatenata ad una ringhiera del lungomare. ‘Irriducibili’ le Riccionesi di quel tempo.

Dopo aver ospitato centinaia di bagnanti, frequentatori delle Terme del Beato Alessio, la Pensione Bolognese, è stata poi ereditata e data in gestione per essere poi acquistata e trasformata in una realtà diversa. Un Condhotel? Chissà. Con la sua demolizione se ne andrà una parte della nostra identità.

Qualcuno potrà dire che non è la presenza di una struttura riecheggiante il passato, che possa impedire il cadere nell’anonimato e nell’omologazione generale. Forse non sarà certo così, ma le atmosfere sono il risultato anche di un immaginario e queste vecchie “antiche” strutture aiutano notevolmente a renderci unici. Perché non tentarne un magistrale recupero?

Alessandra Prioli

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