Don Davide Arcangeli ha lasciato la parrocchia di San Lorenzo per entrare nei Gesuiti a Genova. “Ricorderò la passione educativa di tanti adulti e giovani per i più piccoli”. Don Davide: “Porto con me i volti di tutte le persone incontrate”.
LA SCELTA
E’ un’idea che aveva in cuore fin dagli anni del semina- rio, ora la decisione di darle compimento. Don Davide Arcangeli (classe 1979), vicario parrocchiale di San Lorenzo di Riccione, nonché direttore dell’Apostolato Biblico Diocesano e docente dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini-San Marino.
A dieci anni dall’ordinazione sacerdotale ha lasciato ogni incarico per trasferirsi a Genova al Noviziato della Compagnia di Gesù. Una scelta importante e coraggiosa che, se da un lato ha generato gioia, d’altro canto ha rattristato i parrocchiani.
DON DAVIDE E SAN LORENZO
Don Davide era un importante punto di riferimento soprattutto per i ragazzi, molto apprezzato per il suo essere socievole e vicino alla gente e per la sua spiritualità. Il parroco, don Agostino Giungi, alla guida di circa 7000 anime e tre chiese, rimasto solo, per la pastorale giovanile conta sulla collaborazione della zona pastorale AlbaMater.
Ma anche i parrocchiani dovranno rimboccarsi ulteriormente le maniche, perché i sacerdoti in diocesi sono sempre meno numerosi.
Com’è stata accolta la sua scelta in Diocesi?
“Il vescovo Lambiasi ha seguito il mio discernimento e ha accolto questa decisione, dandomi la sua benedizione. Così per il 4 ottobre ho fissato il mio trasferimento a Genova”.
UNA DECISIONE CHE PARTE DA LONTANO
Com’è giunto a questa decisione? “Il tutto è partito da intuizioni ed esperienze che ho cominciato a fare dodici anni fa nel mese ignaziano, con una straordinaria e prolungata esperienza di preghiera e silenzio.
Nel 2010, diventato prete, sono stato chiamato a prestare servizio a San Lorenzo, missione svolta con la convinzione di poter vivere la spiritualità ignaziana in parrocchia e nei servizi diocesani, finche negli ultimi tempi le esperienze fatte nelle realtà apostoliche della Compagnia di Gesù, a Scampia, a Catania e a Bologna, mi hanno convinto a fare questo passo”.
San Lorenzo cosa le dato? “La parrocchia mi ha fatto maturare molto come uomo e come prete. Ho accompagnato tanti ragazzi nella loro crescita, dal catechismo alla maggiore età con uscite, convivenze, campeggi, un paio di missioni in Africa e cammini ordinari nei gruppi. Una ricca e positiva esperienza”.
Che ha incluso i ragazzi de muretto! “Intercettarli in piazza e cogliere la loro risposta positiva ai nostri inviti, è stato davvero bello. Ritengo che nulla, né alcool, né droga, né disastri familiari, né bullismo possano dav- vero nuocere ai ragazzi, se trovano qualcuno che ripone fiducia in loro”.
CON I RAGAZZI SULLE ORME DI DON TONINO BELLO
Con i giovani sanlorenzini quest’estate ha fatto una singolare esperienza… “Siamo stati in Puglia tra Tricase, Molfetta e Alessano, sulle orme di don Tonino Bello. Abbiamo visitato i luoghi nei quali il noto vescovo ha esercitato il suo ministero e le testimonianze di quanti l’hanno conosciuto, Un’occasione per riflettere sulla possibilità di dare la propria vita per valo- ri sacri e importanti come verità, fede, per gli altri e per i poveri”.
IL REGALO DEI PARROCCHIANI
Nel salutarla, i parrocchiani, oltre a donarle un set per celebrare messa ovunque si trovi, hanno avviato una raccolta fondi per lei, ma quei soldi andranno altrove? “Ho ritenuto opportuno devolvere quel danaro a una parrocchia di Beirut, dove diverse famiglie il 4 agosto sono state colpite dalla devastante esplosione (che ha causato oltre 200 morti e 7000 feriti). Saranno recapitati tramite suor Abir Hanna, agostiniana di Pennabilli, a contatto diretto con la parrocchia”.
Cosa porterà con se dell’esperienza riccionese? “Soprattutto i volti di tante persone che ho accompagnato nel loro cammino, poi la passione educativa di tanti adulti e giovani che si spendono per i più piccoli, nonché la rete positiva creata con gli altri sacerdoti di Riccione e col Comune per i ragazzi. Così pure le tante relazioni di stima e collaborazione nate nel tempo, che continueranno nell’amicizia e nella preghiera reciproca”.
Nives Concolino