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Agosto 1940 nasce il “Villaggio Donna Rachele Mussolini”

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Il regime fascista in cerca di consenso e per dare parvenza di tranquillità, con la guerra sullo sfondo, inaugurò a Riccione nel 1940  “Villaggio Donna Rachele Mussolini”: 32 villette in zona Via Malta e Via Corsica. In pochi anni si deteriorarono e furono abbattute.

Alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso Riccione aveva bisogno di nuove abitazioni. Fu così deciso di costruire degli alloggi nella zona, allora deserta, a monte dell’Ospedale “Giovanni Ceccarini”.

Il pomposissimo manifesto che annunciava l’inizio lavori del “Villaggio operaio”. Nonostante un sanguinosa guerra in atto il regime fascista cerca di dare parvenza di tranquillità, enfatizzando opere di pace per il benessere morale e materiale.

Il nome da dare al nuovo insediamento era “Villaggio operaio” in quanto gli alloggi sarebbero andati a famiglie di operai che vivevano in affitto. Il progetto prevedeva 32 villette bifamiliari, dotate di “comodità necessarie e ingentilite da simpatica architettura”.

Ogni alloggio avrebbe goduto di 500 mq. di scoperto in modo tale che l’operaio, durante la stagione morta (la maggior parte aveva solo un lavoro estivo legato al turismo), potesse impiegare il forzato ozio coltivando la terra e ricavando un utile per la famiglia. Nel progetto erano previsti scuola, botteghe e i servizi necessari per renderlo funzionale… un vero e proprio modello.

EDILIZIA IN POPULIT
Novità assoluta furono i materiali sperimentali impiegati per la realizzazione. Le pareti esterne erano pannelli prefabbricati costituiti da cemento e legno truciolato (Populit) mentre l’interno dell’edificio era rinforzato da traforati con camera d’aria così da avere buona climatizzazione: fresco d’estate e caldo d’inverno.

L’architetto Pater illustra le qualità del Populit ad una curiosa Donna Rachele.

PROBLEMI STRUTTURALI PORTARONO ALL’ABBATTIMENTO DELLE CASE
Questi materiali, ideati dall’architetto Pater, tra l’altro progettista del rialzo di Villa Margherita poi Villa Mussolini, si rivelarono però di breve durata. In pochi anni si deteriorarono costringendo a interventi riparatori e poi all’abbattimento per lasciare spazio a case moderne. Fu il duro prezzo da pagare alla tanto “strombazzata autarchia” mussoliniana. Per la cronaca ecco le fasi di questa realizzazione.

LE DATE PER LA COSTRUZIONE DEL VILLAGGIO DONNA RACHELE MUSSOLINI

Donna Rachele posa la prima pietra con la supervisione dell’architetto Pater.

8 Agosto 1940 – Posa della prima pietra per mano di Donna Rachele Guidi Mussolini, alla presenza del Podestà Pullè. Giocoforza il villaggio fu battezzato col suo nome.

Mazzi di fiori omaggiano Donna Rachele in occasione della consegna delle case.
La benedizione del parroco Don Alfredo Montebelli, l’indimenticato “Don Zaloun”.
L’arrivo di Donna Rachele, accolta dalle autorità civili e militari e dai “balilla”.

Ottobre 1941 – Donna Rachele consegna le abitazioni, presenti autorità civili e militari.
2 Aprile 1942 – Le due vie su cui si affacciano le villette furono intitolate con affollatissima e allegra festa alle isole di Malta e Corsica (nome che conservano tuttora).

 

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