Barbara Fabbri per gli amici Babi o Barbarella ha contribuito a fare tendenza nel mondo della notte romagnola. Bolognese DOC, in vacanza in riviera fin da piccola con la famiglia, per poi scoprire per amore il mondo della notte dove si è immersa totalmente facendo parte dei pionieri di quel settore e diventando PR di stile.
Da chi era costituito il gruppo iniziale?
“Da Gianluca Tantini, bolognese, mentore e boss, che prese l’ALEPH a Gabicce divenuto in seguito prima ETHOS (primo house club in Italia) poi ECHOES cambiando location; i dj Flavio Vecchi, Brown, Montanari, l’attrice romagnola Sabrina Bertaccini, Valentina Cecchini (diventata poi manager), Maurizio Monti e tanti altri.
Bologna e Riccione ancora una volta insieme?
In pratica riuscimmo ad unire l’Emilia con la Romagna all’insegna di musica di alto livello con altri come dj Cirillo e dj Ralf ma non solo. In quello che facevamo ci mettevamo l’anima perché ci piaceva: feste a tema sempre diverse, innovative ed in nome della continua evoluzione, c’era entusiasmo persino mentre applicavamo i francobolli sulle buste degli inviti”.
Eravate un giacimento di entusiasmo e originalità.
Ogni profilo aveva peculiarità differenti, tanto da essere di tendenza anche per stilisti del calibro di Jean Paul Gautier. I costumi venivano realizzati a seconda dell’idea di serata che si ideavano già dal lunedì, era tutto un fermento di idee per il sabato successivo.
C’era dedizione assoluta per quel lavoro, non si pensava al guadagno ma al divertimento. Senza rendersene conto, quello staff ha fatto la Storia del mondo della notte rivierasca”
Riccione era diversa, come proposta di locali, rispetto a Rimini?
“Sì, Riccione ha precorso i tempi e come offerta ce n’era per tutti i gusti e di grande qualità: dal Peter Pan, alla Villa delle Rose, Cocoricò, Pascià. Non solo i clienti ma anche noi come gruppo, a chiusura dell’Ethos, facevamo il giro dei locali dai nostri colleghi. Esisteva molta coesione tra noi tutti, ci sentivamo come una grande famiglia.”
Ibiza guardava alla riviera e non viceversa, giusto?
“Sì, possiamo affermarlo senza presunzione, eravamo un modello”
Ieri un turismo, oggi un altro. Cosa è cambiato?
“Oggi rispetto a ieri, chi frequenta le discoteche dai 17 ai 25 anni, ha meno cultura musicale, c’è poca originalità. I ragazzi sono meno trasgressivi e, talvolta, più aggressivi. Tutto è cambiato, non è possibile fare paragoni”.
La discoteca è stata spesso definita come luogo di trasgressione, in cui le donne come te venivano spesso giudicate.
“Assolutamente si. Ricordo il movimento anni ’90 delle mamme rock, quelle infuriate contro le disco. Ma noi ce ne fregavamo perché amavamo la musica, il nostro filo conduttore di vita, e vivevamo per divertirci e far divertire”.
Come vedi oggi Riccione nell’intrattenimento?
“Negli ultimi anni si assiste ad un calo importante perché vacante di proposta. Ha anche un’altra mentalità rispetto a Rimini. Di recente abbiamo organizzato serate al Grand Hotel in cui si è cercato di ricreare l’ambiente dei miei inizi, con musica di qualità e ripercorrendo il passato ma in versione moderna. I tempi cambiano, Rimini è una cittadina che vive anche d’inverno. Sono stati più bravi ad evolversi.”
Le istituzioni aiutano il vostro mondo?
“L’industria della notte è sempre stata screditata e sottovalutata. Eppure fa girare l’economia. Solo Riccione muoveva 15.000 persone creando un importante indotto economico”.
A livello personale tu hai avuto un grande amore all’interno della tua passione lavorativa. “Si, Riccardo Ricci, anche lui dj molto conosciuto ai tempi e prematuramente scomparso. Un amore nato con l’Ethos, abbiamo condiviso tutto in quel preciso momento storico. Non è stato sempre facile relazionarsi al di fuori di questa passione, perché difficile conciliare orari e tutto il resto.”
Un sogno?
“Vorrei contribuire alla nascita di un nuovo ed importante club capace di far riecheggiare il recente passato miscelandosi con il nuovo, dove la vera Musica che unisce sia al centro come unica droga da cui dipendere!”
Roberta Pontrandolfo