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Barbieria Martini una storia lunga settantaquattro anni

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Barbieria Martini una storia lunga settantaquattro anni. Il barbiere Serafino Martini ha ceduto la sua attività, avviata nel 1946 dal padre Mario e con il “bocia” Edmo Vandi.

VIAGGIO NELLA MEMORIA TRA ANEDDOTI E CURIOSITÀ

Ha fatto barba e capelli a migliaia di riccionesi e turisti, celebrità e personaggi che hanno animato la Riccione di ieri e di oggi. Serafino Martini, sulla soglia dei settant’anni, lo scorso 31 dicembre ha ceduto la sua attività, avviata nel 1946 dal padre Mario, che tra i clienti annoverò anche i cantanti Nicola Arigliano, l’hollywoodiano Rochy Roberts, campioni di moto e del calcio.Il primo febbraio nella sua barbieria è subentrato un altro collega: “ma questa –esclama – è un’altra storia!”.

Con la memoria il noto barbiere, che in tanti hanno conosciuto per essere stato la voce del mitico gruppo “I Discepoli”, ripercorre a ritroso fatti e tappe salienti di questo percorso durato 74 anni, tra l’evolversi delle mode e della città.

Mario Martini al lavoro con il giovane “bocia” Edmo Vandi sullo sfondo.

LA STORIA DELLA BARBERIA
“Mio babbo – racconta – l’aveva rilevata dal vecchio Folco, in Corso Fratelli Cervi. Il primo ragazzo di bottega, fu Edmo Vandi, che fino alla chiusura dell’attività è stato nostro cliente. Con lui si chiacchierava sempre, passando in rassegna fatti e persone del vecchio borgo. Io sono cresciuto nella barbieria con mio padre, già negli anni Sessanta finiti i compiti andavo sempre da lui. Nel 1969 ci siamo trasferiti in piazza Unità e nel 1979 nel Palazzo Gaspari, in viale Diaz. Così abbiamo segnato la storia del Paese. Nel 1998, scomparso mio babbo (classe 1924) sono andato avanti da solo”.

 

ANEDOOTI E CURIOSITA’
“Sono, tanti potrei scrivere un libro! – Esclama Serafino -. “Ricordo quando diversi habitué, prima di andare al lavoro, facevano la fila per farsi fare la barba, perché ancora non c’erano le Bic di adesso e non avevano i rasoi e altre comodità. Alcuni non lasciavano un giorno senza farsi fare almeno una “passata”. Tra i tanti il povero Tardioli, un signore di Perugia, Costa Camerani, Walterino Fabbri”. C’era anche qualcuno che veniva a barba fatta solo per farsi pareggiare i baffi e sistemare i capelli”.

IL “NOTLE” E  I CAPELLI BIANCHI DA TINGERE

Passata alla storia, quando nel salone gestito da Mario Martini la tintura dei capelli era agli inizi, l’avventura del “Notle” che alla vigilia del matrimonio non poteva sposarsi con i capelli bianchi, una vicenda raccontata sempre da Edmo Vandi.

QUELLA VOLTA CON PELÈ
Martini racconta ancora: “Quand’ero giovane, una delle mie funzioni era quella di togliere dai baffi i peli bianchi con delle pinzette ad hoc, ricordo ancora i lacrimoni che venivano giù dagli occhi dei clienti”. Un aneddoto infine su papà Mario: “Faceva parte del Coro di Riccione all’epoca diretto da Vandi, ebbe così l’occasione di esibirsi per il grande goleador Pelè, in viaggio di nozze a Riccione”.

Non solo uomini, anche donne e bimbi Serafino ha fatto pure tante acconciature femminili. “E’ accaduto soprattutto negli Novanta, quando andavano di moda i capelli alla marinaretta – ricorda -. Le clienti arrivavano con il disegno, io tagliavo i capelli, che la parrucchiera perfezionava in un secondo momento”.

Serafino Martini al lavoro.

I BAMBINI
Poi i piccoli clienti. “In Paese, nel negozio della Speranza abbiamo comprato passeggini e carrozzine per tagliare i capelli ai bimbi anche sul marciapiede. Allora indossavamo il camice bianco, come i medici e i bambini avevano paura di entrare, temevano le minacce di quei genitori che allora gli dicevano: “Se fate i cattivi vi porto a fare la puntura dal dottore”, così molti non volevano entrare”.

I NOSTRI CLIENTI
“Oltre ai cantanti ricordo Pirelli e il vecchio Monti, proprietario del Carli- no. Poi tanti riccionesi, a partire dai sindaci Biagio Cenni, Terzo Pierani, Massimo Masini e Daniele Imola, l’imprenditore Giovannini dell’omonimo caffè, Montanari delle calzature, Ronci Saraca, Camerani, Zangheri, Calza, Mancini e i conti Enrico e Vittorio Pullè che arrivavano da mio padre col calesse trainato dal cavallo. La barbieria era anche un punto di ritrovo, il venerdì ci divertivamo a veder passare gli artisti come Andrea Mingardi e Sandra Mondaini diretti al mercato settimanale”.

Nives Concolino

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