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Comune di Riccione
venerdì, Dicembre 27, 2024

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Lodovico Cicchetti il floricoltore di Riccione

Lodovico Cicchetti, nato il 19- 10-1845 da Domenico e Teresa Pasquinelli, sposò Maria Galavotti, dalla quale ebbe sette figli. Si avviò alla professione di floricoltore con l’incarico importante, conferitogli dai Signori Ceccarini, di progettare e realizzare il giardino della loro Villa, sulla collina di Scacciano. Una buona partenza che subito lo qualificava esperto e “mano felice” di flora, per ornare, arricchire ed ingentilire le ville che andavano sorgendo sul litorale di Riccione.

Un’impresa, questa, molto importante in un progetto generale di urbanizzazione balneare che, se pur non possedendo i requisiti della teorizzata “Città giardino”, racchiudeva l’ambizione di avviare uno sviluppo ordinato e di buona qualità ambientale. In questo quadro, il verde assumeva un ruolo decisivo perché doveva trasformare una realtà “verde” di tipo povero, in qualcosa di più raffinato, che sapesse valorizzare l’ambiente ed impreziosire le residenze balneari.

L’opera di Lodovico Cicchetti si realizzò nei moltissimi impianti di giardini delle Ville più prestigiose, dal “poker” (Funaro, Santi, Monti e Pullé), in prospetto sul viale della Stazione (straordinario biglietto da visita per i turisti in arrivo), alle ville Santangelo, Sghedoni, Martinelli, Zucchini, Bonfiglioli, per citarne alcune importanti.

Egli intervenne col gusto e l’estro dell’artista e la serietà, ambiziosa, del professionista. Utilizzò anche nuove essenze e le dispose sul territorio con criteri razionali, che tenevano conto delle negative influenze dei venti marini, carichi di salino, sulla resistenza e crescita delle singole varietà. Impiantò, nel 1909, il suo primo vivaio di fiori e serre con banchi di riproduzione, e un’aranciera. Si installò nel cuore della “città balneare”, che cresceva bene, e ne fu testimone e protagonista.

La sua attività fu proseguita prima dal figlio Vittorio (1882-1971) e poi dal nipote Augusto (1911-2000). Grazie al loro lavoro furono realizzati i più bei giardini, privati e pubblici, cittadini.

Nel 1935 intervenne invece Augusto Cicchetti si occupò della realizzazione dei Giardini pubblici davanti al Palazzo del Turismo.

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Il Conte Giacinto Martinelli

Tra i pionieri della Perla Verde vi è il Conte Giacinto Martinelli, uomo di cultura, intraprendente, tra i fautori della “Città giardino”. Importante la lottizzazione Martinelli del 1901. Stupenda la sua villa sul Viale Gramsci.

Nato il 10/10/1841 a Santa Colomba (Siena), ereditò il titolo dal padre Pietro Soleri che lo ebbe dal conte Giacinto Martinelli. Sposò la N.D. Giovanna Conati. Uomo intelligente, di cultura, intraprendente, generoso con uno spiccato senso dello humor, battuta pronta, parlata semplice e spesso suadente (usava il dialetto con chi di do- vere), vestiva la redingote, un poco cicciotello (era una buona “forchetta”) ed era sciancato. Viveva con la moglie, la cameriera Colombina e il tuttofare “Erculèin”. 

LA VILLA SUL VIALE GRAMSCI

La villa in stile chalet svizzero, con una pennellata di liberty, sorgeva su di una duna vista mare, ingresso sull’attuale Viale Gramsci. Giardino curatissimo, ambientazione romantica, laghetto con pesci rossi, ponticello che lo attra- versava per andare al bianco chioschetto in mezzo al verde. Tale splendore fu realizzato da Ludovico Cicchetti, nonno di Augusto, stirpe di “architetti del verde riccionese”. 

IL FIDATO ERCULĖIN

Per i suoi spostamenti si serviva di un “break” (una “caratèla”, com i giva i arciunis, che non lo prendevano seriamente), trainato da un asinello condotto dal fido Erculèin. Aveva viaggiato molto nelle capitali europee, in particolare Parigi e Berlino, facendosi una cultura urbanistica che impiegherà per elaborare la sua idea di Riccione “Città giardino” per un turismo residenziale e di qualità. Acquistò 90.000 mq. di terre sabbiose sotto la ferrovia tra Viale Viola e Viale Milano e la linea demaniale dove realizzò la lottizzazione; costruì la sua villa con annessa dependance per il fido lacchè. 

La villa del Conte Martinelli costruita tra il 1878 e il 1879, era ammirata da tutti per l’ampio giardino e la bellissima cancellata. Sullo sfondo il mare.

OSPIZIO AMATI-MARTINELLI

L’ospizio marino Amati-Martinelli costruito nel 1877

Nel 1877 in società con Emilio Amati eresse l’ospizio ”Amati-Martinelli” per bambini scrofolosi bisognosi di cure marine (il primo a Riccione e secondo in Romagna dopo il Matteucci di Rimini); donò un’area per la costruzione della prima chiesa al mare. Si recava giornalmente a Rimini dalla sorella Chiara sposata Giacomini e dalla unica nipote Rosa per consumare un pasto da buongustaio visto che la moglie lo teneva a dieta. E lui, brontolando: “Lam mi fa magnè guasi gnint… gnènca a fòs e su gardlèin”. 

LA CITTA’ GIARDINO

Il Conte, che aveva viaggiato parecchio nelle capitali europee ed ammirato le ville immerse nei parchi, coltivava un sogno : realizzare “La città giardino”. E una volta sceso al mare da Riccione paese ebbe la nitida visione di dove farla nascere. Tra Viale Viola (ora Maria Ceccarini) a nord, la fossa vicino a Viale Milano (ora Cesare Battisti) a sud, la linea ferroviaria ad ovest e i terreni demaniali sul mare ad est, si estendevano oltre 90.000 mq di sabbia che, tra le piccole dune ospitavano le tipiche flora e fauna spontanee della riva del mare: “spuntaculi”, gramigne, buneghe, lappe, giunchiglie, canne, stoppioni, boschetti di spini, acacie, tamerici, stercorari, lumache e numerosissime varietà di insetti e uccelli.

1901 Lottizzazione Martinelli

Era fine ‘800 e lì sarebbero sorte le ville, circondate da splendidi rigogliosi giardini, su lotti di 1.000 mq, affacciate su ampie strade ortogonali, con larghi marciapiedi per comode passeggiate e filari di alberi che offrissero ombra e frescura. La prima mossa, dopo la costruzione dell’Ospizio Marino (1877), fu la realizzazione della magnifica villa (1878- 1879) con annessa casetta per la servitù, tra il mare e il viale che conduceva al centro.

Nella sua mente, quell’edificio in stile neo-gotico con tipologia a cottage, ornato da giardino, laghetto, ponticello, gazebo, doveva essere l’esempio per chi avesse sposato il suo sogno. Per quanto riguardava fiori, piante, alberi, saggiamente si avvalse della consulenza di Lodovico Cicchetti, floricoltore capostipite di una famiglia di “architetti paesaggisti” che nel tempo fece di Riccione la “Perla verde dell’Adriatico”.

Stava sorgendo un luogo ideale per trascorrere le vacanze estive e la borghesia italiana cominciò ad acquistare villini (nel 1905 le proprietà erano già 200) facendo così prosperare una cittadina ricca d’entusiasmo attorno a stazione ferroviaria, banche, teatri, caffè, hotel e ristoranti.

IL LASCITO PER AIUTARE I MARINAI

Il conte Giacinto Martinelli alla sua morte (10 agosto 1835) lasciò un testamento con un “Legato” di lire annue 1.064, corrispondente a scudi 200, da distribuire, ogni anno e in perpetuo, ai pescatori inabili, invalidi e miserabili della marineria riminese.

Un atto di elevata filantropia cui potevano accedere i pescatori che superato il 50° anno di età, erano ritenuti biso- gnevoli di un aiuto economico. La certificazione dello stato di bisogno veniva rilasciato dai parroci delle singole parrocchie.

Giorgetti, il mago del cemento e dei mattoni

Giorgetti, il mago del cemento e dei mattoni riproduceva tutto, tranne…

“Una testa come la tua, un la fa gnènca Giorgetti”. Una testa come la tua non la fa neanche Giorgetti. Tra i riccionesi delle generazioni passate era una frase che ricorreva ogni qualvolta si reputava necessario dare del “supercretino” a qualcuno. Perché Guerrino era un così valente modellatore cementista che tutto sapeva riprodurre grazie alle sue eccelse qualità artisti che tranne… l’imbecillità che il tizio aveva appena mostrato.

Guerrino Giorgetti giunse a Riccione in giovane età e fu ben accolto dalla popolazione residente perché dimostrò tante qualità morali. Gran lavoratore, padre benevolo, predisposto per aiutare i più bisognosi, amante della semplicità, col sogno di una società migliore che mai lo abbandonò.

Per un certo periodo frequentò lo studio romano dello scultore Quattrini, che gli fu maestro e lo aiutò ad indirizzare al meglio l’innata ed estrosa creatività. Si costruì casa con pazienza, facendosi i mattoni in cemento e abbellendola a più riprese. Disegnò e realizzò personalmente in ferro il cancello e la cancellata che la ornarono, suscitando l’ammirazione di tutti (e a dire il varo anche qualche invidia). 

Guerrino Giorgietti, nato a Sant’Arcangelo di Romagna si spegne a Riccione.

Giorgetti riscuoteva ammirazione anche per la sua dirittura politica. Abbracciò l’idea socialista con entusiasmo, vivendola criticamente per poi sfociare in quella comunista. Non era tipo da abbassare la testa o subire illusori convincimenti propagandistici, di conseguenza si ritrovò nella lista dei perseguitati politici e non di rado costretto a superare le soglie della galera. Periodi amari che non ne scalfirono l’indomabile integrità e non gli impedirono di lasciare innumerevoli testimonianze del suo talento.

Di lui si diceva “Gran lavoratore, padre benevolo, predisposto per aiutare i più bisognosi, amante della semplicità, col sogno di una società migliore che mai lo abbandonò”

A tal proposito è bene ricordare: oltre la magnifica panchina di Villa Franceschi gli altri numerosissimi ornamenti; il frontone e il cancello dell’Hotel des Bains; colonne e capitelli della chiesa Mater Admirabilis e, in numero incalcolabile, porta- fiori, vasi, cornicioni e cancellate sparsi nelle ville della Marina.

       Dettaglio della panchina di Villa Franceschi

 

Cancello del De Bains, hotel 5 stelle di Riccione

Buon Compleanno Famija Arciunesa!

Famija Arciunesa compie 40 anni in una serata allo Spazio Tondelli.

Tutto esaurito alla Spazio Tondelli per i 40 anni di Famija Arciunesa    
Posti esauriti allo Spazio Tondelli di Riccione per i 40 anni di Famija Arciunesa, che ha festeggiato il compleanno come in una grande famiglia, con semplicità, tanta allegria e sorprese. Tra  emozioni, ricordi, foto e proiezioni, racconti ed incursioni dialettali è stata ripercorsa la storia dell’associazione culturale con protagonisti di ieri e di oggi, l’attività svolta con oltre 500 mila euro in beneficenza, più di 50 libri pubblicati, 170 numeri della rivista distribuiti gratuitamente per un totale di 2.680.000 copie

 

Pienone allo Spazio Tondelli per i 40 anni di FA

Un’occasione per presentare il nuovo formato, veste grafica e logo del periodico Famija Aciunesa, voluti dal neo “Babbo” , nonché direttore, Francesco Cesarini, conduttore della serata. Nella gremitissima platea intere famiglie, nonché bagnini, albergatori, commercianti e alcune autorità, dal presidente della Provincia, Riziero Santi, al presidente del Consiglio di Riccione, Gabriele Galassi in rappresentanza dell’amministrazione comunale che ha concesso il patrocinio.

La presentazione del nuovo logo di Famija Arciunesa ideato da Paolo Santovito

La serata, cominciata con la proiezione di una serie di immagini del 1980, anno di nascita di Famija Arciunesa, è proseguita con il ricordo dei veterani e fondatori dell’associazione a partire dai “Babbi” Alver Colombari e Giorgio Piccioni (già presidente di Riccione Terme) fino a Mario FaetaniRemo RastelliBruno Cecchini. Poi gli storici direttori, da don Piegiorgio Terenzi, già direttore del settimanale Il Ponte con il quale, nel 1980 fu pubblicato il primo numero di Famija Arciunesa, fino a Luciano SedioliMarzio CesariniCarlo Andrea BarnabéGiovanni Cioria e Francesco Cesarini.

La torta del Panificio Bianchi per i 40 anni di Famija Arciunesa, in platea le sorelle per soddisfare 350 persone…

Durante la festa di compleanno sono state consegnate quattro targhe ai veterani Epimaco (Pico) Zangheri, storico fotografo che ieri ha compiuto novant’anni e che tuttora collabora con la Famija assieme al figlio Gianni, Edmo Vandi per gli articoli e le pagine dialettali pubblicati in questi decenni, Giuseppe Lo Magro per diciotto anni presidente e oltre dodici consigliere e segretario, e Nives Concolino, giornalista, che ha cominciato a scrivere sulla rivista fin da studentessa.

Da sinistra: Giuseppe Lo Magro, Edmo Vandi, Francesco Cesarini, “Pico” Zangheri, Nives Concolino.

Durante la serata, intervallata dagli applautitissimi monologhi di Francesca AiraudoFerdinando Gabellini con testi di Francesco Gabellini, Roberto Casadei, nonché dalle “zirudele” di Edmo Vandi”, stralci del film-documentario, prodotto da  Icaro Communication “Riccione, racconti di un mito” e foto storiche, si sono esibiti pure i ragazzi del Centro 21 con una performance di danza. Presente pure una rappresentanza del Campo Lavoro diocesano, che ha dato alcune anticipazioni dell’iniziativa, che coinvolgerà anche Riccione il 28 e il 29 marzo. 

Le ragazze del Centro 21

Per l’occasione è stato presentato il nuovo direttivo formato da Antonio BattarraAntonio CianciosiFederico Galli, Alessandra PrioliPaolo SantovitoRoberto TerenzianiValerio Tullio e Andrea Urbinati. Lanciata l’idea di dedicare ogni anno nell’ultimo fine settimana di ottobre una ricorrenza per ricordare e festeggiare Maria Boorman Ceccarini, benefattrice della città. Per l’occasione è stato presentato il nuovo direttivo formato da Antonio BattarraAntonio CianciosiFederico Galli, Alessandra PrioliPaolo SantovitoRoberto TerenzianiValerio Tullio e Andrea Urbinati. Lanciata l’idea di dedicare ogni anno nell’ultimo fine settimana di ottobre una ricorrenza per ricordare e festeggiare Maria Boorman Ceccarini, benefattrice della città.

Da sinistra: Francesco Cesarini Presidente FA, Antonio Cianciosi Segretario FA, Antonio Batarra Tesoriere FA, Paolo Santovito grafico giornale, Alessandra Prioli Vice Presidente FA, Valerio Tullio consigliere, Andrea Urbinati consigliere, Roberto Terenziani consigliere, Federico Galli consigliere.

 

Gianni Adamo, il “maresciallo” delle rovesciate

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Gianni Adamo per tanti riccionesi un vero e proprio mito.

Alzi la mano chi si ricorda di Gianni Adamo, per tutti “il maresciallo” ?
Sembra di vedere le tante mani alzate…
Già perché “il maresciallo”, famoso per le sue storiche rovesciate, è rimasto nel cuore di tanti riccionesi appassionati di calcio.
Campi sportivi, campetti, piazze, per il maresciallo non faceva differenza, ogni luogo era indicato per una delle sue spettacolari rovesciate ed una lezione di tattica.

L’Alba come un palco a cielo aperto

L’Associazione Riccione Alba punta su eventi, intrattenimento e servizi. Tomassini: “Vogliamo che i nostri ospiti mettano in valigia emozioni ed esperienze, per poi ritornare”.

La zona Alba di Riccione vive un momento di grande fermento anche grazie all’Associazione Riccione Alba, guidata da tre anni dal volitivo presidente Daniele Tomassini, al lavoro con il vice Giorgio Fortunato e gli altri nove componenti del direttivo. La realtà in questi mesi si è fatta conoscere anche perché molto attiva su Facebook: oltre 2 mila i “mi piace” della pagina ufficiale.

Tommasini come siete partiti? “L’idea è sempre stata di stare insieme per offrire maggiori opportunità per i turisti” Ovvero? “Il nostro obiettivo complessivo è di far vivere delle esperienze ai nostri ospiti. Per questo abbiamo puntato molto sull’intrattenimento da quello per i bambini settimanale con Larry agli spettacoli comici per i grandi fino ai concerti musicali. Ci siamo anche attrezzati per fornire veri e propri servizi come le biciclette elettriche che abbiamo messo a disposizione dei turisti.

Siete un gruppo molto dinamico e agganciato all’innovazione.
“Si è così, per pubblicizzare quanto programmiamo abbiamo realizzato anche un App funzionale alle nostre esigenze che contiamo di far crescere. Per questo abbiamo predisposto una rete Wi-Fi dedicata alla zona”.

Un evento che vi ha particolarmente soddisfatto? Il tributo a Vasco dell’estate 2019 ha sfiorato le 1500 presenze. Un successone!”. E per il 2020 cosa avete in programma? “Riproporremmo sicuramente le feste in spiaggia. La serata del 2018 in Piazzale Azzarita, ha portato ben 500 persone a tavola insieme, sulla battigia del mare. Un evento per noi indimenticabile ma anche per i nostri turisti. Lo vogliamo ripetere una volta al mese, cambiando però la formula: insieme ai Chiringuitos dei bagnini con la tradizionale “rustida” ed il concerto”.

Altre iniziative? “C’è lo storico mercatino di Viale Tasso con circa 30 anni di attività e quello nostro che si ripete con cadenza settimanale da ormai due anni in Viale Dante, Piazzetta e Viale Cilea. Un appuntamento che ha contribuito anche alla pulizia e decoro del luogo dove si svolge”.

Quali sono le criticità della zona Alba? “Mancano marciapiedi o spesso sono dissestati, serve più cura per le aree verdi e le fioriere delle quali non sempre è facile individuare a chi ne compete la cura. Inoltre alcuni edifici sono in stato di abbandono e degrado”.

Qual è il filo unico di tutte le attività proposte? “Vorremmo suscitare emozioni ed esperienze da mettere in valigia: divertimento, benessere, svago. Insomma quello “stare bene” tutto riccionese”. Il calendario delle iniziative? “Cominceremo con i due primi lunghi weekend di Maggio e Giugno con “Primavera Italiana”, concerti e tribute bands per rivivere le atmosfere di Battisti, Vasco Rossi, Mina, Mia Martini ed altri. A giugno l’evento dedicato al “vintage”. Un palinsesto impegnativo. “Abbiamo bisogno del sostegno dell’Amministrazione che si è detta pronta a darci una mano”. 

Tra l’altro complessivamente nelle dinamiche dei rapporti con il Comune ci sono novità. “Si, è nato “Riccione City Concept” una vera e propria cabina di regia per dare vita ad importanti eventi tematici che coinvolgano tutta la città. Per realizzare iniziative di forte richiamo servono risorse economiche che da solo un comitato cittadino non riesce ad ottenere. Noi ci siamo, porteremo il nostro contributo di idee e ci spenderemo come sempre per vivacizzare e animare la nostra zona”.

Come vede il futuro dell’Associazione Riccione Alba? “Sono ottimista. Questa realtà nasce dalla volontà di chi lavora e fa impresa in questa zona, persone che in questi anni difficili non hanno mai mollato e si sono rinnovati mettendosi in gioco. Lavoreremo bene”.

Dal Liceo Volta-Fellini un logo per la spiaggia patrimonio immateriale dell’Unesco

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La candidatura della spiaggia di Riccione come patrimonio immateriale dell’Unesco sostenuta da un percorso scolastico dell’Istituto Volta-Fellini che ha prodotto ben 17 progetti. Uno sarà quello selezionato. Protagoniste le classi 5a C e 5aF.

Nell’Aprile 2018, su iniziativa della “Cooperativa Bagnini di Riccione”, nasce il progetto “Unesco Identità di spiaggia” che coinvolge l’Amministrazione comunale e il Centro di Studi Avanzati sul Turismo dell’Università di Bologna. Obiettivo del progetto è l’identificazione del patrimonio immateriale legato alla spiaggia, per la contestuale costruzione e redazione di un dossier di candidatura degli usi sociali dell’arenile, sulla lista del patrimonio immateriale dell’Unesco.

Per patrimonio immateriale si intendono pratiche, rappresentazioni, conoscenze che le comunità hanno creato per salvaguardare il territorio e che a loro volta devono essere protette. Tra le varie iniziative messe in atto, le classi 5C e 5F dell’Istituto Volta-Fellini, guidate dalla referente Ileana Belluzzi e dalle docenti del corso di grafica Loredana Maggini e Rita Seraghiti, sono state coinvolte nella realizzazione di un marchio/ logo che accompagnerà tutte le attività che la neonata Associazione per la candidatura Unesco.

La forza espressiva del marchio/logo riesce a concretizzare l’intangibilità, dando allo stesso tempo un effetto identificativo all’ideale proposto. Il lavoro è partito da incontri informativi con esperti e da un’intervista doppia a due bagnini. Il processo ideativo è stato supportato da un brainstorming iniziale, legato alla ricerca storico-culturale del territorio, dal quale sono emerse significative parole chiave: tradizione, preservare, ospitalità e tramandare.

Dopo questo primo spunto, le nostre classi sono state divise in gruppi, ognuno dei quali ha porta- to avanti un’ideazione differente. In un secondo momento, individuate le proposte definitive, dalle diverse peculiarità formali e cromatiche abbiamo sviluppato i vari marchi/logo mediante programmi digitali atti a produrre un Brand Identity che andasse ad accompagnare e rendere coerente l’immagine e la strategia.

Complessivamente i lavori finali proposti sono 17, dei quali solo uno verrà selezionato. Una commissione di esperti si riunirà infatti per scegliere il marchio/logo che seguirà progetti e iniziative promosse dall’Associazione per la candidatura Unesco (fra cui l’inserimento del logo selezionato all’interno di una rotatoria di Riccione) rendendolo così visibile. Da questa esperienza sono affiorate grande curiosità da parte di noi studenti, che ci hanno permesso di mettere alla prova la nostra creatività e capacità rappresentativa, coinvolgendoci e rendendo possibile una maggiore conoscenza del tema al fine di creare un legame con questo fantastico e ricco territorio.

Classi 5C 5F Istituto Volta-Fellini

Luzzi e la compagnia dialettale “Attori per caso” hanno “E mèl d’africa”

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La compagnia dialettale “Attori per caso” è andata in scena a gennaio 2020 per cinque serate all’insegna della beneficenza allo Spazio Tondelli con “E mèl d’africa”.

Risate e musica si sono continuamente rincorse nella spassosa commedia diretta e scritta da Luciano Luzzi con il tappeto musicale del maestro Franco morri che si è esibito live al pianoforte.

Ognuna delle cinque serate ho dato sostegno economico e visibilità a cinque realtà attive sul nostro territorio: Parrocchia Angeli Custodi, Croce Rossa, AISM, Io Centro di misano adriatico e Centro 21.

Risate e solidarietà con la compagnia dialettale “Quei dal Funtanele”

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Quei dal Funtanele”, risate di solidarietà. Sono fermi ai box ma, come loro usanza, guardano avanti per i prossimi obiettivi legati alla solidarietà. Prossima donazione stimata per il 2023 quando si sarà raccolta una somma complessiva importante.

Ad inizio 2020 la compagnia dialettale “Quei dal Funtanele” ci ha fatto comunque ridere e raccolto fondi per solidarietà. A gennaio al Centro di Quartiere Fontanelle la regista Nadia Gessaroli ha portato in scena con tutto il gruppo “Un uspidel tott da rid” di G. Lucchini.

Come avviene da anni la donazione più importante viene fatta ogni 5 anni, l’ultima di 10 mila euro per un ecografo per il reparto “Oncoematologia Pediatrica” dell’Ospedale “infermi” di Rimini.

In attesa della donazione importante prevista per il 2023 la compagnia ha regalato dei biliardini alla Parrocchia di Fontanelle.

Giornale n. 1.2020 “Famija Arciunesa, una grande squadra”

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Francesco Cesarini Presidente di Famija Arciunesa

Sono nato al Ceccarini, ho gattonato al giardino d’infanzia Ceccarini per poi imparare a leggere e scrivere alla scuola del Paese, forse il primo bacio l’ho dato in Viale Ceccarini, di sicuro in un bar sul Viale più bello del mondo intitolato alla Boorman, ci ho visto in Tv i tre goal rifilati da Pablito al Brasile, era il 1982.

Basta questo oggi per dirigere lo storico giornale “Famija Arciunesa”? Di certo no. Anche perché il peso del testimone è piuttosto impegnativo ed ingombrante. Mio babbo Marzio per un paio di anni ne ha firmato la direzione, ma misurarsi con il proprio cognome da queste parti è un classico, per me a dire il vero anche un privilegio, a cui tra l’altro sono abbastanza abituato. Il “problema” è l’altro baffo, quello di Giuseppe Lo Magro. Beppe in diciott’anni di Presidenza ha fatto mille cose con uno spirito indomito, come quando nuotava in gara prendendo a schiaffi l’acqua della sua corsia.

Ma io vengo dal calcio e ho cominciato a costruire una nuova squadra, una nuova “Famija”, vogliosa, determinata e aperta alla città.

Per iniziare siamo tornati in piazza con le caldarroste della solidarietà e con i nostri libri per fare beneficenza. Abbiamo dato una veste nuova al nostro storico giornale che da 40 anni arriva nelle case dei riccionesi. L’idea è quello di renderlo più’ facile alla lettura, valorizzare le immagini senza però stravolgerne i contenuti. Quelli sono il nostro marchio di fabbrica, quanto i riccionesi da sempre apprezzano, uno strumento per sentirsi Riccione sulla pelle, un percorso che ognuno compie a modo suo. Io ho iniziato fin da bambino.

Percorrere e avventurarmi alla scoperta della città al galoppo della mia bicicletta è stata un’avventura iniziatica, colma di emozioni. Non si è cittadini perché si nasce casualmente in un luogo e neppure perché l’anagrafe ci conferisce un determinato status.

E’ la città che con gli anni ci forgia, fino a diventare il telaio che tesse i fili del nostro crescere. Un libro aperto di opportunità personali e collettive, è lo spazio della libertà, dell’incontro, delle esperienze, della diversità, del riconoscimento, del ritrovarsi, della solidarietà. Il sentirsi parte di una comunità, di una Famija, è come una pianta che cresce ostinatamente anche ai margini dei marciapiedi e delle strade più trafficate, non puoi fermarla. Riccione è sta roba qui.

La città però, come il giornale, bisogna sapersela inventare, immaginare, conquistare, perché è viva, perché palpita ogni giorno, perché è desiderio. Come la Zenobia di Calvino per la quale non serve orientarsi sulla classica categoria della felicità e dell’infelicità, ma quella del desiderio.

E dove desideriamo vivere? Che giornale vogliamo? Per comprenderlo fino in fondo è bene prima di tutto capire chi siamo e da dove veniamo. In questi 40 anni Famija Arciunesa ha fatto il suo. Racconti, libri, iniziative, eventi, foto, parole, aneddoti, usanze sono le nostre pietre, capitelli e arcate di una storia breve quanto intensa. Riccione ci piace pensarla al centro del mondo, una storia importante che abbiamo da sempre raccontato e racconteremo, aggiungendo nuovi capitoli.

E’ stato scritto tanto dei pionieri e dei “favolosi anni ’60”,  a noi e ai lettori il compito di raccogliere la nuova sfida: mettere in bacheca storie, immagini e materiale dei luccicanti anni ’80 e quelli a seguire. Serve farlo insieme perché Famija Arciunesa è di tutti, di tutti coloro che anche dopo il più bel viaggio, scorgendo in autostrada la scritta “Riccione” su sfondo verde, mettono la freccia ed immancabilmente sorridono. Non è così?

Già perché Riccione è casa. Per questi primi 40 anni insieme, auguri a tutta Famija Arciunesa, ai tesserati, al giornale, ai suoi inserzionisti e soprattutto agli affezionati lettori.

Francesco Cesarini
Presidente Famija Arciunesa