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Cambio di guardia all’Istituto Alberghiero di Riccione: Ciampoli in pensione

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Dopo tredici anni, il preside Giuseppe Ciampoli, classe 1958, il primo settembre è andato in pensione, al suo posto è subentrato Luciano Antonelli, già docente di Matematica e Scienze a Urbino. Cambio di guardia all’Istituto Alberghiero di Riccione.

Un debutto non semplice per il new entry Luciano Antonelli, che tuttora come altri suoi colleghi deve fare i conti con i problemi derivanti dalle norme di prevenzione al Covid-19. Il suo predecessore, diventato un’istituzione anche al di fuori del Savioli per i suoi incarichi, nel terminare la carriera scolastica ha dovuto rinunciare a due importanti ruoli: quello di delegato regionale degli Istituti alberghieri emiliano-romagnoli e quello di vicepresidente nazionale di Renaia (Rete nazionale istituti alberghieri), che di riflesso avevano dato smalto alla stessa scuola riccionese.

IL RINGRAZIAMENTO

Non a caso il personale scolastico ha espresso la sua riconoscenza con una lettera di ringraziamento nella quale si rimarca il grande impegno profuso da Ciampoli nel rivoluzionare la scuola, rendendola partecipe anche di progetti internazionali, sempre più inclusa e impegnata in grandi eventi di legalità, che tra gli ospiti hanno annoverato perfino il Ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli. “Al mio arrivo il Savioli era l’Istituto più piccolo della Provincia di Rimini – ricorda l’ormai ex preside -. Contava solo 380 studenti, tant’è che doveva essere accorpato, sorte poi toccata all’Artistico Fellini, unito allo Scientifico Volta.

IL RILANCIO DELL’ALBERGHIERO

Nel tentativo di rilanciarlo avevo chiesto due anni di tempo, di lì a poco abbiamo triplicato i numeri, fino ad attestarci sui mille allievi, compreso il corso serale e San Patrignano. L’azione si è poi estesa sul piano strutturale con una serie d’interventi che ci hanno permesso di aggiungere 15 aule e di passare da due a cinque sale e da tre a cinque cucine. Abbiamo raddoppiato tutto, compreso i laboratori d’informatica”. Sono stati anni di grandi battaglie, ma Ciampoli esclama: “Sono contentissimo di avere dato il mio contributo, facendo in modo che l’Alberghiero fosse conosciuto in tutta la regione, in Italia e anche all’estero, attraverso progetti internazionali che ci hanno portato fino all’Uzbekistan. In sintesi: abbiamo sdoganato il provincialismo, questo è il mio lascito”.

CIAMPOLI OGGI

Con un’evidente emozione, Ciampoli chiude un importante capitolo della sua vita. “Ho casa in zona, per cui almeno per ora resto qui – premette -. Come prima cosa mi concederò alcuni mesi di relax anche con alcuni viaggi per riscoprire l’Italia minore, la cultura enogastronomica, i prodotti, le tradizioni, gli aspetti religiosi, poi vedrò il da farsi, progettando nuove cose”.

Nives Concolino

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