Questa la somma donata a Riccione dalla nostra benefattrice. Ospedale, asilo, porto ed illuminazione portano la sua firma. Dedichiamo ai Ceccarini una ricorrenza annuale?
Tre milioni di euro, ammonta a questa somma il lascito complessivo previsto nel testamento di Maria Boorman Wheeler Ceccarini a favore dell’Ente morale che aveva in gestione il Giardino d’infanzia Maria Ceccarini e l’Ospedale Giovanni Ceccarini di Riccione. La cifra è indicativa ma piuttosto precisa ed è calcolata rispetto il cambio valuta lire (nel testamento 650 mila lire) ed euro, tenendo naturalmente conto dell’inflazione.
IL TESTAMENTO
La somma di 650 mila lire prevista nel testamento, redatto nel 1902, serve comunque per dimensionare, se possibile, il grande cuore della nostra benefattrice nei confronti di Riccione. Sia chiaro, il testamento è solo l’epilogo di una vita breve, Maria muore nell’agosto del 1903 a soli 43 anni, vissuti con Riccione e i riccionesi sempre nel cuore. Da subito Maria Ceccarini diede sostegno alla Società di Mutuo Soccorso, finanziò la Biblioteca Popolare Circolante e la distribuzione di 300 minestre giornaliere per l’inverno.
ASILO D’INFANZIA, OSPEDALE, OROLOGIO PUBBLICO, PORTO, ILLUMINAZIONE.
Oltre al grande sforzo economico per la costruzione dell’Asilo d’infanzia e dell’Ospedale (1893) a Maria si deve l’orologio pubblico (foto sotto) ed anche il generatore di corrente per illuminare Via Flaminia e Viale Viola, insomma illuminò Riccione.
Ma non basta. Maria fu determinante con un prestito, senza interessi, di 24 mila lire anche per la costruzione del porto, necessità sollevata anni prima da Don Carlo Tonini. Durante l’inaugurazione dell’asilo (1891) a nessun presente sfuggirono gli iniziali tremori e le lacrime che interruppero il suo discorso di apertura. Era sinceramente amata dalla popolazione riccionese, quasi oggetto di ammirazione.
Gli abitanti del Paese sfruttavano ogni occasione per dimostrarle riconoscenza, organizzando semplici feste che si concludevano con animate fiaccolate notturne, tutto ciò la metteva in evidente imbarazzo. Adottò la gracile orfanella Ersilia Tonini, fornendole dapprima le migliori cure, poi l’istruzione fino a nominarla sua erede.