Il Calderone: dove i tedeschi a Riccione ballavano la polca ed incrociavi l’Equipe 84. Fausto Brioli a metà anni ’60 lancia lo storico locale. Eppure all’inizio ci fu un imprevisto.
La conferma di come dalle difficoltà possano nascere grandi progetti ci arriva dalla storia del “Calderone”. Negli anni ’60 Fausto Brioli costruì sulle ceneri del suo bar, ristorante Ostenda il grande e nuovo albergo City che capeggiava su Piazzale Azzarita. Nelle sue intenzioni c’era quella di avvicinare e coinvolgere i frontisti per vivacizzare la zona, per questo cercò di coinvolgere i proprietari della bellissima villa della famiglia Campiverdi di Milano, la cui residenza era aperta solo in estate.
BRIOLI ACQUISTA LA VILLA DEI CAMPIVERDI, STOP AI LAVORI
Brioli alla fine comprò la villa dai Campiverdi ma dopo la sua demolizione i lavori vennero quasi subito fermati per un vincolo di visibilità diretta sul mare esercitato dai possessori del vicino Hotel Perla. Per anni fu un’incompiuta, le fondamenta erano visibili insieme ai piloni in calcestruzzo. Venne coinvolta Maddalena de Fano per dipingere immagini stilizzate di vita di spiaggia, mitigando l’impatto visivo a due passi dal mare. Tutti si aspettavano una grande costruzione direttamente sul mare ed invece ci si accordò per l’edificazione di una sola parte bassa.
FINALMENTE NASCE IL CALDERONE
Sull’onda del successo della Fattoria, ideata da Celio Volpe, e del Ranch Saloon, Fausto decise di puntare in pieno piazzale su un locale solo parzialmente al coperto. Nacque così “Il Calderone” locale storico e amato da tanti riccionesi e turisti. Brioli partì con lo chef “Nusa” Pasini ed in sala con il direttore Gori, fu un successo. “A sò e più fort” diceva Fausto muovendo le gambe con un suo personale e coinvolgente balletto, rilanciando poi puntuale ogni sera alle 23.30 con una sua personale assolo di tromba alla Armstrong (almeno per lui…).
MUSICA E SPECIALITA’ ROMAGNOLE
Si sentivano anche le hit del periodo ma la vera protagonista del locale era la musica romagnola: valzer, mazurca e polca saltata con i turisti italiani e tedeschi che si mettevano in gioco per imparare. “Si cenava fino a tardi” racconta Vittorio Costa, bolognese ma da sempre con Riccione tatuata sulla pelle: a dieci mesi la sua prima vacanza nella Perla verde! “Ricordo che molti degli artisti che si esibivano a Riccione, finita la serata andavano al Calderone a cenare, in modo particolare chi si esibiva al Frankfurt bar (locale sotto l’Hotel Rolex dall’altra parte del piazzale) dove debuttarono sia l’Equipe 84 che i Nomadi”. Cenare al “Calderone” era come navigare su Spotify ma con i cantanti davanti a te.
“Nel 1968 ero in servizio all’Hotel Gemma del nipote Manlio” -racconta Carlo Volpe– “spesso mi è capitato di servire Mina, Celentano, Don Backy e i componenti del Clan che mi chiedevano di portargli i piatti tipici come: le erbette di campagna con la piada e “furmaj sguajnìd” o le nostre piccanti salsicce. Una scena che si vedeva spesso anche al “Calderone” con il ristorante panoramico e con la balera”.
Il “Calderone” diventava come l’aia dei nostri contadini nei giorni di festa: il grano, l’uva, i clienti che alternavano il ballo alla tavola dove sedevano per assaporare la cucina romagnola bagnata dal vino o dalla birra spillata dai freschi fusti che arrivavano dalla Germania, insieme ai tedeschi e il loro potentissimo Marco da spendere per far crescere Riccione.
IL VIGILE BIAGINI “Guerda che at fàc la multa…”
Tra i personaggi di quel periodo vi era vigile Biagini di S.Andrea in Besanigo, inizialmente sempre in servizio sulla pedana della rotonda a dirigere il traffico. Biagini parlava sempre e solo in dialetto anche con gli stranieri. Tedeschi e francesi incuriositi lo guardavano meravigliandosi e lui: “Guerda che at fàc la multa e… sè at fàc e biglièt da andè a magnè a gratis me Calderone“.
Oggi il “Calderone” non c’è più, era nato a metà degli anni ’60 e ristrutturato con linee moderne negli anni ’70, cambiando poi diversi nomi tra i quali “Pavone Azzurro” ed anche “Galeone” con la gestione della famiglia Casalboni.
Francesco Cesarini