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Marina Giannini, una vita per la sua Riccione con infinito entusiasmo e capacità

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Marina Giannini, una vita nella sua Riccione con tanto entusiasmo, partecipazione e competenza: prima nell’Azienda di Soggiorno, poi nel sociale e nel giornalismo. 

Per trentatre anni è stata una “colonna” della promozione turistica riccionese. Anna Marina Giannini (classe 1942), se n’è andata per sempre lo scorso 28 novembre 2016 tra la commozione dell’intera città, che nei decenni l’ha seguita nei suoi molteplici impegni in associazioni culturali e di volontariato e anche nel Lions Club del quale è stata la prima presidente donna. A stroncare la sua vita è stato il male contro il quale ha lottato per sette anni con tenacia e determinazione, ma anche serenità e fede, caratteristiche che hanno contraddistinto tutta la sua intensa vita. Anche nei giorni più duri Marina con grande disponibilità e con l’immancabile sorriso sulle labbra ha continuato a impegnarsi nel sociale e nel giornalismo, professione che ha intrapreso dopo il pensionamento con entusiasmo e passione, alimentata dal suo grande amore per Riccione, anche se Novafeltria, che le aveva dato i natali, è rimasta sempre nel suo cuore.

NEL 1964 PRESSO L’AZIENDA DI SOGGIORNO DI RICCIONE
La carriera lavorativa di Marina, che lascia il marito Fabio Giorgi, la figlia Elisabetta (Betty) e il fratello Pier Paolo, comincia nel 1964 con l’impiego all’Ufficio informazioni turistiche dell’Azienda di soggiorno di Riccione. Di seguito passa all’organizzazione degli eventi turistici e promozionali, dove scatena la sua fantasia. L’entusiasmo è il leitmotiv, che l’accompagnano anche quando le competenze del suo settore passano in capo al Comune. La Giannini, lavora al fianco di Gloria Saponi, Lello Mantani, Italo Nicoletti e altre persone che l’hanno sempre stimata. Viene pure chiamata a partecipare a diverse fiere turistiche.

MARINA ED IL SOCIALE
Intenso l’impegno nel sociale, soprattutto dopo il suo pensionamento che le concede più tempo. Nel 1994 Marina è tra i soci fondatori del Comitato femminile della Croce Rossa di Riccione. Dal 1995 al 1998 è in prima linea nell’associazione Amici di Riccione, finché nel 1999 ne diventa vicepresidente. Tra gli altri incarichi quello di responsabile delle sede riccionese dello Ior (Istituto oncologico romagnolo), assunto nel 2001.

MARINA E LA PASSIONE PER IL GIORNALISMO
Nello stesso anno inizia a collaborare con il quotidiano La Voce e anni dopo con Rimini In magazine, “Premium” e altre testate, finché si lancia anche nell’impresa editoriale: “Villa Mussolini – Una finestra su Riccione”, che abbiamo avuto la fortuna di condividere. Prima ancora la Giannini presta diverse collaborazioni anche con Famija Arciunesa.

La rete di relazioni che ha tessuto nel tempo con profitto ha trovato conferma nelle centinaia di persone che il giorno dell’addio hanno affollato la chiesa Mater Admirabilis e nelle parole di don Giorgio Dell’Ospedale, che ha concelebrato la messa con il parroco don Valerio Celli. “Marina si è guadagnata l’eternità – ha sottolineato don Giorgio -. Dio le dia la pace e la gioia del Paradiso, la ricompensi per tutto quello che ha fatto di bello e di buono nella sua Riccione”.

“Nella sua spontaneità e competenza Marina amava profondamente la sua Riccione: sempre attenta, curiosa, capace di contribuire alla vita pubblica cittadina con spunti di grande attualità – sottolinea il sindaco Renata Tosi nel suo messaggio –. Era una persona vivace, aperta all’ascolto e al confronto”. “ Forse é stata l’ultima grande interprete della riccionesità autentica – rimarca il suo predecessore Daniele Imola, ora a capo dello Ior. Il suo stile, mai sopra le righe. La sua eleganza, mai ostentata, mai pacchiana, ma sobria e inconfondibile. La sua cordialità autentica e piena di disponibilità vera verso gli altri”. Tutte queste qualità sono il frutto più bello che la nostra città ha saputo dare nei suoi anni migliori, gli anni 60- 70 che hanno fatto diventare grande Riccione e Marina le incarnava tutte nel modo più intenso”.

Ilva Melotti che l’ha seguita fino alla fine come amica e volontaria, ricorda: “Mi ripeteva sempre: sei il mio angelo. Era vulcanica, determinata anche nella malattia contro la quale ha lottato come un leone”. “Nonostante la malattia – confida infine l’imprenditore Alvaro Battelli – Marina trovava forza per incoraggiare me e mia moglie Dina, che viveva lo stesso dramma e che poi è scomparsa la settimana prima di lei”.

Nives Concolino

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