Il giovane riccionese ci parla del suo percorso
e come ha raggiunto il prestigioso ruolo.
Michele Masini, team manager del Team Gresini Racing MotoGP, racconta il suo percorso e l’importanza della fiducia e della passione che animano la grande famiglia del team, pronta a nuove alte performance anche senza Marc Marquez.
Michele è il più giovane direttore sportivo del paddock MotoGP e ci parla del suo incontro con Fausto Gresini, fondatore del team, di come è nata la sua passione per i motori e dell’atmosfera che si respira all’interno della grande famiglia Gresini.

“Il Team Gresini Racing, fondato nel 1997 da Fausto Gresini (1961-2021), è ormai una realtà di primo piano nel mondo della MotoGP. L’incontro con Marc Marquez è stato fondamentale per il successo, ma il Team Gresini otteneva successi prima di lui e continuerà ad averne in futuro”. Di questo è certo Michele Masini, giovanissimo manager del gruppo, appassionato e talentuoso esperto del mondo del motociclismo. Michele nasce a Riccione 36 anni fa e sin da piccolo sviluppa un sincero amore per questo mondo. “Sono stato cresciuto a pane e motori” – afferma in una recente intervista.

Michele, come sei arrivato ad avere questo importante ruolo?
“La mia è una grande passione nata all’interno della mia famiglia, che seguiva il mondo dei motori, auto e moto. Non appena ho potuto muovermi liberamente, ho cominciato a frequentare il reparto corse di Fausto Gresini a San Clemente. Mi ci recavo da solo in motorino e lì ho trascorso ore ed ore osservando i ragazzi che lavoravano, imparando tantissimo e facendomi conoscere. Nel 2006 avvenne l’incontro con Fausto e nel 2008, terminati gli studi, venni assunto come meccanico e tuttofare. La parola chiave dei rapporti nella grande famiglia Gresini era ‘fiducia’. Da subito mi fu consegnata la chiave del capannone, che ogni mattina, io per primo, aprivo con orgoglio. Tanti i sacrifici che in realtà non mi sono mai pesati perché mi permettevano di vivere il mio sogno.”

La crescita professionale?
“Da meccanico a responsabile ricambi, ho lavorato con grandi campioni come Bastianini, Di Giannantonio, Fenati e Locatelli. Nel 2009, dopo il contratto con Marco Simoncelli, che conoscevo dalle scuole medie, Fausto Gresini mi ha nominato responsabile dei ricambi per le sue moto. Da lì, sono diventato coordinatore per Moto2, Moto3 e nel 2016 per la MotoGP con Aprilia.”

Il cambiamento alla morte di Fausto Gresini…
“Nadia Padovani, moglie di Fausto, subentra come nuovo team owner e decide di affidarmi il ruolo di direttore sportivo. Grande responsabilità in una figura fondamentale per una squadra nella quale ho provato a convogliare tutti gli insegnamenti di Fausto Gresini e Fabrizio Cecchini, senza perdere di visione innovativa e concreta di Nadia”.
Ci puoi spiegare in cosa consiste il suo insegnamento?
“Capacità nelle relazioni, incontri e contatti da cui sia Fausto che Fabrizio riuscivano sempre a tirare fuori il meglio. Un coinvolgimento a 360 gradi nella cura dei piloti e degli sponsor, e un lavoro che implicava forte tensione, sempre stemperata da quella leggerezza che non va confusa con superficialità e che ha la funzione di sdrammatizzare anche le situazioni più difficili. Tanta concentrazione, precisione nei dettagli e determinazione.”


Sono queste le caratteristiche che hanno permesso ai campioni di diventare tali. Fausto Gresini, due volte campione del mondo, aveva un grande fiuto per i talenti, una qualità difficile da possedere e trasmettere. Il Team Gresini, con Nadia, sua moglie, continua a cercare nuovi talenti, come nel caso di Alex Marquez, scelto nel 2023. Il team si considera una grande famiglia, alimentata da una forte motivazione. L’obiettivo è ottenere sempre risultati eccellenti, come anche dimostrato dalla collaborazione con Enea Bastianini e Fabio Di Giannantonio.
di Alessandra Prioli