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HomeStoria1920-1945Silvio Lombardini, primo Sindaco di Riccione

Silvio Lombardini, primo Sindaco di Riccione

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Silvio Lombardini il “Forlivese”, il primo sindaco di Riccione eletto nel 1923 dopo l’autonomia da Rimini.

Il “Forlivese”, era così chiamato nella comunità dei vacanzieri, dopo alcune stagioni a Cervia e a Bellaria comprò per diciotto mila lire villa vignoli, una casetta sul viale Dante danneggiata dal terremoto dell’agosto del 1916. Nel 1919, dopo aver sistemato la casa, la famiglia Lombardini visse le prima stagione estiva a Riccione, Silvio solo il fine settimana perché impegnato per lavoro a Forlì.

Allora Riccione era ancora sotto il comune di Rimini e con San Lorenzino contava 5 mila abitanti. Lombardini tipografo giornalista ed editore forlivese entra sempre più nel tessuto sociale del territorio riccionese, facendo anche parte del Comitato per l’autonomia da Rimini “Pro-Riccione” che dopo la Grande Guerra aveva ripreso la sua attività. Si attiva con le sue competenze nel settore giuridico-amministrativo e collabora con gli altri membri: Felice Pullè, Lucio Amati, Ferdinando Conti, Antonio Leardini, Giovanni Papini, Roberto Mancini, Domenico Galavotti, Ferdinando Rigobello, Giovanni Angelini ed Eugenio Reale.

L’AUTONOMIA DA RIMINI

Il 2 ottobre del 1919 è proprio Lombardini a redigere la domanda per il distacco dal Comune di Rimini di Riccione e della “popolosa borgata” di San Lorenzino. Da quella data si susseguono tre turni elettorali e Lombardini dal suo settimanale “la riviera romagnola” non risparmia carezze per Riccione: “Riccione conquista subito. Ha un fascino speciale a cui nessuno può sottrarsi e a cui è dolce abbandonarsi. Parole che fanno da prologo al suo sempre maggiore impegno per la comunità riccionese che incassa nel settembre del 1922 il parere favorevole alla costituzione del municipio di Riccione. “E’ un grande passo” – commenta Lombardini- “verso la sistemazione definitiva e regolare di questo importante centro”. Il 19 ottobre del 1922 arriva il regio decreto n°1439 che sancisce la nascita del comune autonomo di riccione.

LOMBARDINI DA CONSIGLIERE A SINDACO

Raggiunto l’obiettivo del municipio Silvio Lombardini pensa di aver esaurito il suo compito e vivere Riccione solo come villeggiante ma viene in qualche modo “tirato per la giacca” dall’amico farmacista Michele Basigli che gli strappa una candidatura a consigliere comunale. Si recano a votare 1027 cittadini (oltre l’80% degli aventi diritto) e dopo le elezioni tutti lo vogliono sindaco per le sue capacità. Alla fine in Consiglio Comunale viene eletto sindaco (votazione scrutinio segreto 16 voti per Lombardini e 1 scheda bianca): “Il com.rag. Silvio Lombardini, pubblicista e imprenditore tipografi co di Forlì”. Nelle prime parole da Sindaco elogia di Riccione “le virtù del risparmio e del lavoro di tutti i suoi figli” accennando “alla necessità di formare una nuova coscienza dell’industria balnearia e marinara”.

I protagonisti del primo Consiglio Comunale di Riccione.

CITTADINANZA ONORARIA AL DUCE

Il volume scritto da Manlio Masini dedicato a Silvio Lombardini.

Contestualmente, nella prima seduta del consiglio comunale di Riccione, viene conferita al Duce la cittadinanza onoraria, un chiaro segnale di come il fascismo abbia d’ora in poi un ruolo determinante nella vita amministrativa o politica della cittadina.

LO SVILUPPO DEL COMUNE DI RICCIONE

Con Lombardini Sindaco, Riccione da borgata inizia a trasformarsi: si procede al rimboschimento del litorale, sostituendo tanti pioppi con pini, anche all’estero Riccione viene definita sui giornali “Perla verde dell’Adriatico”. Nel 1923 si riunisce la commissione araldica.

Anche gli anni dei primi soggiorni estivi di Benito Mussolini a villa terzi dove riceve le autorità riccionesi. Lombardini spinge con l’amministrazione ferroviaria per un restauro della stazione, lavora in modo lungimirante per lo spostamento della ferrovia più a monte, inaugura nell’agosto del 1924 il ponte sul Marano, benedetto con rito religioso dal parroco Giovanni Montali.

Anche la macchina comunale cresce con i suoi regolamenti di polizia urbana, delle tariffe daziarie e poi i capitolati per i servizi dell’ufficiale sanitario e del direttore dell’ Ufficio d’Igiene. sono potenziati i trasporti e i collegamenti con altre località. Si lavora per l’acquedotto, arriva la prima fontana al mare e l’inaugurazione del tram elettrico. Un crescendo interrotto dalle dimissioni di Lombardini sempre più insofferente alle ingerenze del partito fascista: il passaggio dal Sindaco eletto dal popolo al podestà nominato dal governo lo mette nelle condizioni di essere un “funzionario di partito”.

LE DIMISSIONI DI LOMBARDINI

Così l’onesto e coscienzioso studioso di diritto amministrativo e giornalista ammaliato dalla “sua” Riccione, per non essere inghiottito dalle sabbie mobili del regime nel marzo del 1928 si dimette da podestà ed esce di scena in silenzio. Scelta che in qualche modo pagò in seguito anche come imprenditore. L’epilogo riccionese gli valse per certi versi la nomea di “cane sciolto” tanto che la sua nuova azienda di Minerbio, specializzata in forniture di schedari per enti pubblici, venne sistematicamente ignorata.

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